DALLA PAROLA DEL GIORNO
Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Lc 19,37-38
Come vivere questa Parola?
Pace in cielo dicevano gli antichi ebrei, consci che in terra è difficilissimo costruirla.
Perché noi uomini cerchiamo la pace, vogliamo la pace, desideriamo la pace, ma non siamo capaci di costruirla fuori e dentro di noi, e non siamo neanche capaci di vivere in pace gli uni con gli altri.
Perché noi uomini abbiamo sempre bisogno di essere riconosciuti più forti degli altri, di avere ragione su tutti, di vincere e superare chi ci vive accanto.
Non è questo il modo per cercare e costruire la pace!
La pace si costruisce nell’umiltà, nella serenità, nella mitezza del cuore, nella capacità di lasciare all’altro il primo posto, nella voglia di costruire insieme qualcosa di bello e di duraturo.
La pace si costruisce giorno dopo giorno nell’accoglienza del diverso da me, nel rispetto del suo pensiero e delle sue scelte, nel cercare ciò che unisce e non ciò che divide.
La pace è un impegno serio che Dio ha messo nelle nostre mani come un tesoro da custodire e proteggere.
Signore, aiutaci a custodire e proteggere la pace perché nessun uomo, donna o bambino debba più soffrire la violenza, la guerra, l’esilio.
La voce di Papa Francesco
“Chiediamo al Signore della vita che ci liberi da questa morte della guerra. Con la guerra tutto si perde, tutto. Non c’è vittoria in una guerra: tutto è sconfitto. Che il Signore invii il suo Spirito perché ci faccia capire che la guerra è una sconfitta dell’umanità, ci faccia capire che occorre invece sconfiggere la guerra. Lo Spirito del Signore ci liberi tutti da questo bisogno di auto-distruzione, che si manifesta facendo la guerra. La soluzione è lavorare insieme per la pace e, come dice la Bibbia, fare delle armi strumenti per la pace”.
(Angelus del 23 marzo 2022)