DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori».
2Corinzi 1,18-22
Come vivere questa Parola?
A pochi giorno dalla celebrazione di Pentecoste, Paolo ci ripropone i tre segni del sacramento della cresima, cioè della nostra Confermazione di cristiani: l’unzione, il sigillo, la caparra. L’unzione dello Spirito Santo che penetra e impregna tutto la persona; il sigillo dello Spirito come la sua impronta, segno di appartenenza permanente e indelebile; la caparra dello Spirito come l’acconto garante del saldo finale, la promessa di alleanza per l’eternità. Questo è il “sì” di Dio, del nostro Dio fedele! Ed è proprio il suo Spirito che in noi, insieme ad “Abbà – Padre”, grida anche il nostro “sì” ⁓ “Amen”! Niente ci può allora spaventare o distogliere dall’impegno che abbiamo controfirmato: la fedeltà di Dio al suo sì rende solido il mio, il nostro.
Paolo ne è convinto, gli abitanti di Corinto – non tutti o non sempre. Deve perciò difendere l’operato suo e dei suoi collaboratori; il cambiamento dei progetti già annunciati – dice con forza – non sono decisioni prese a seguito dei calcoli umani (cf 1,17-18), ma unicamente in vista del bene dei Corinzi e di altri affidati al loro ministero. Tentennare nelle scelte per accontentare alcuni sarebbe il cedimento alla tentazione della tiepidezza (cf Ap 3,15-16). Dire «sì, invece, e svolgere al meglio il dovere quotidiano, esprime la docilità all’unzione dello Spirito, la volontà di rendere visibile il suo sigillo in qualsiasi situazione e la fiducia nella sua alleanza perenne.
Signore, rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa e non permettere che mi domini alcun male.
La voce di un filosofo
“Le due parole più brevi e più antiche, sì e no, sono quelle che richiedono maggior riflessione”.
(Pitagora)