DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli:
«Sono forse io, Signore?».»
Mt 26, 20-22
Come vivere questa Parola?
Che triste deve essere stato per i discepoli chiedere a Gesù: “Sono forse io, Signore?”.
Ma se l’hanno fatto loro, glielo possiamo chiedere anche noi:
Sono forse io, Signore che ti dimentico e non ti testimonio nella mia vita quotidiana?
Sono forse io, Signore che non partecipo alla Messa domenicale perché a casa c’è molto da fare e la domenica è il mio unico giorno libero?
Sono forse io, Signore che non riesco a vederti nei fratelli che mi circondano e li critico, e li giudico, e li disprezzo senza misericordia?
Sono forse io, Signore che mi permetto comportamenti scorretti, al limite del peccato, giustificandomi perché tanto non c’è niente di male?
Sono forse io, Signore che ti tradisco ogni giorno, con piccole e insignificanti azioni che però non mi fanno riconoscere come tuo discepolo?
Perdonami Signore, perché sì, spesso sono proprio io!
Signore, insegnami a non compiere azioni, parole e pensieri che mi allontanano da te e mi rendono traditore di te che sei il mio Signore
La voce di Papa Francesco
“Pensiamo a tanti Giuda istituzionalizzati in questo mondo, che sfruttano la gente. E pensiamo anche al piccolo Giuda che ognuno di noi ha dentro di sé nell’ora di scegliere: fra lealtà o interesse. Ognuno di noi ha la capacità di tradire, di vendere, di scegliere per il proprio interesse. Ognuno di noi ha la possibilità di lasciarsi attirare dall’amore dei soldi o dei beni o del benessere futuro. “Giuda, dove sei?”. Ma la domanda la faccio a ognuno di noi: “Tu, Giuda, il piccolo Giuda che ho dentro: dove sei?”.”
(Omelia del 8 aprile 2020)