DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Il primo giorno della settimana,

Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro»
Gv 20,1

Come vivere questa Parola?

Pasqua di Risurrezione! Il primo giorno dopo il sabato, diventa il “giorno uno” di una “nuova creazione”. Certamente qui, abbiamo un “nuovo inizio”. Entriamo non solo in un nuovo modo di computare il tempo, ma in una nuova dimensione. Lo shabbat, per gli Ebrei, era il primo giorno della settimana, ma ora diventa la domenica: il “dies Domini”, “il primo giorno dopo il sabato”. Dalla Pasqua il computo del tempo della vita è diverso. Se è letta alla luce della Risurrezione dei morti, ogni cosa che facciamo non si conclude nell’orizzonte terreno, non si legge nell’angustia del semplicemente “qui e ora”, ma si apre agli orizzonti del “cielo”, della “speranza”, della “vita”, perché non è più la morte l’ultima parola, ma la vita. La Pasqua è un’apertura al nuovo, è quella pietra tolta dal sepolcro che ci parla di “novità di vita”, è il passaggio dal buio alla luce, Pasqua è VITA NUOVA che illumina tutta la nostra esistenza e la redime. Santa Pasqua a tutti!

Il Risorto si fa presente nei nostri  ”esodi” e nei nostri “passaggi” e ci apre orizzonti di Cielo! O Cristo Risorto sposta le pietre dei nostri “sepolcri” e facci gustare la vita nuova che solo tu puoi donarci! O Cristo Risorto donaci la tua pace!

La voce di Papa Francesco

“Chiediamoci anzitutto: qual è la mia pietra da rimuovere, come si chiama questa pietra? Spesso a ostruire la speranza è la pietra della sfiducia. Quando si fa spazio l’idea che tutto va male e che al peggio non c’è mai fine, rassegnati arriviamo a credere che la morte sia più forte della vita e diventiamo cinici e beffardi, portatori di malsano scoraggiamento. Pietra su pietra costruiamo dentro di noi un monumento all’insoddisfazione, il sepolcro della speranza. Lamentandoci della vita, rendiamo la vita dipendente dalle lamentele e spiritualmente malata. Si insinua così una specie di psicologia del sepolcro: ogni cosa finisce lì, senza speranza di uscirne viva. Ecco però la domanda sferzante di Pasqua: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Il Signore non abita nella rassegnazione. È risorto, non è lì; non cercarlo dove non lo troverai mai: non è Dio dei morti, ma dei viventi (cfr Mt 22,32). Non seppellire la speranza!

(Cfr. OMELIA 20 aprile 2019)

Francesco

Papa

Commento di suor Monica Gianoli FMA

gianoli.monica@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

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