DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

Mt 5,38-42

Come vivere questa Parola?

Gesù si pone in un’ottica diversa della “legge del taglione” (“occhio per occhio e dente per dente”) che doveva garantire una limitazione alla vendetta selvaggia. Gesù propone una nuova economia: su quella dell’egoismo quella dell’amore, che nel brano troviamo esplicitata in cinque esempi che ci indicano come vincere il male con il bene. Il modello è l’amore di Gesù sulla Croce che si fa carico del male dei fratelli: a) opponiti al male, ma non al malvagio, b) tollera, porta su di te il male dell’altro: porgi l’altra guancia, c) piuttosto che rivendicare senza amore la tunica, sii disposto a rinunciare anche al mantello, d) i bisogni dell’altro sono i tuoi doveri, e se uno ti costringe a fare uno, tu fa due, e) la disponibilità a dare piuttosto che prendere, perché il dare è principio di comunione. La legge del taglione è sostituita da quella della misericordia, che sola vince il male e riscatta chi lo fa.

Dilata il nostro cuore Signore all’”eccessiva” tua giustizia che ci fa riconoscere tuoi fratelli e figli del Padre!

La voce di Papa Francesco

“Gesù mostra la via della vera giustizia mediante la legge dell’amore che supera quella del taglione, cioè «occhio per occhio e dente per dente». Questa antica regola imponeva di infliggere ai trasgressori pene equivalenti ai danni arrecati: la morte a chi aveva ucciso, l’amputazione a chi aveva ferito qualcuno, e così via. Gesù non chiede ai suoi discepoli di subire il male, anzi, chiede di reagire, però non con un altro male, ma con il bene. Solo così si spezza la catena del male: un male porta un altro male, un altro porta un altro male… Si spezza questa catena di male, e cambiano veramente le cose. Il male infatti è un “vuoto”, un vuoto di bene, e un vuoto non si può riempire con un altro vuoto, ma solo con un “pieno”, cioè con il bene. La rappresaglia non porta mai alla risoluzione dei conflitti. ”Tu me l’hai fatta, io te la farò”: questo mai risolve un conflitto, e neppure è cristiano.”

(ANGELUS, Domenica, 19 febbraio 2017)

 

 

Commento di Suor Monica Gianoli

gianoli.monica@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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