Nella sosta serale alla cascina Valponasca, Maria Domenica Mazzarello coglieva con uno sguardo semplice la realtà circostante: vigneti, paese, castello, parrocchia; ma il punto focale era Gesù Eucaristia. Lungo l’itinerario della sua preghiera, quello sguardo semplice diventa «preghiera di semplice sguardo», ossia contemplazione intensa e continuata, arricchita dall’esperienza di una vita, diventata anch’essa “eucaristica”. Questo sguardo contemplativo penetrò l’intera realtà, specie la complessa realtà umana, le persone affidate alle sue cure educative e materne e diventò capacità di discernimento. Era vivo quello spirito di preghiera tipico della spiritualità salesiana che, secondo il Fondatore, consiste nel vivere la presenza di Dio nella semplicità e anche nella difficoltà del quotidiano. Lo stesso don Bosco spiegò alle Figlie di Maria Ausiliatrice il senso di questa «preghiera continua»: «Essa consiste nella retta intenzione di far tutto per Dio, col fine di piacergli, col pensiero e col cuore fissi in lui, con frequenti, accese giaculatorie». La «preghiera di semplice sguardo» non è fatta di sentimento. Richiede la purificazione del cuore, affinché la luce di Dio penetri fino alle profondità dello spirito, e contemporaneamente uno sguardo che, partendo dal profondo dell’essere umano, raggiunga Dio nel suo mistero ineffabile.

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