DALLA PAROLA DEL GIORNO

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime.

Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no,

 lo taglierai”».

Lc 13, 6-9

Come vivere questa Parola?

Questa parabola ci aiuta a leggere la nostra storia alla luce di quella di Gesù. Il Padre e il Figlio si prendono cura dell’uomo e si attendono che egli risponda al loro amore. Ma come il fico è sterile, così l’uomo non fa frutti di conversione. Dio accorda una proroga all’uomo e prodiga la sua cura perché fruttifichi e non venga tagliato.

Il “quest’anno” del v. 8 indica tutti gli anni e i secoli delle generazioni che verranno. E’ l’anno della pazienza e della misericordia di Dio: “Egli usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2Pt 2,9).

L’albero di fico posso essere io, il padrone è Dio e il vignaiolo è Gesù. Dio viene a vedere se porto frutti, perché tiene a me. Sa che se non porto frutti, non sarò felice. Io cosa voglio fare in questa vita, chi voglio servire e amare? Su questo fico Dio vede solo foglie, apparenza, per cui nasce questo bellissimo dialogo tra Dio e Gesù. Gesù rivela un Dio Padre che regala ancora tempo ed è ancora disposto a zappettare e concimare il fico, con una pazienza incredibile. Ma io mi rendo conto di quanto ricevo da Dio e da tutti?

La figura di Gesù come vignaiolo sprigiona amore, fiducia, e infonde grande speranza. Tutti abbiamo bisogno di cure perché possiamo dare i frutti che il Padre desidera per noi. A volte siamo tentati di lasciarci andare, di lasciare che la nostra vita perda vigore, si allontani dalla sorgente, appassisca piano piano fino a sentire l’impossibilità di dare nuovi germogli. E’ il momento di accogliere le cure del vignaiolo, Gesù, Colui che può far nascere nuova vita; di quanti, illuminati dallo Spirito, possono aiutarci a dissodare il terreno del nostro cuore perché possa aprirsi di nuovo all’amore che genera.

Padre santo e misericordioso, che mai abbandoni i tuoi figli e riveli ad essi il tuo nome, infrangi la durezza della mente e del cuore, perché sappiamo cogliere con la semplicità dei fanciulli i tuoi insegnamenti, e portiamo frutti di vera e continua conversione.

La voce di un teologo

“Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia: la relazione tra la sofferenza, l’ingiustizia, il peccato, gli uomini e Dio, perché, come afferma papa Francesco, la misericordia è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda il fratello che incontra lungo il cammino della vita. Misericordia è la parola che rivela il mistero della Santissima Trinità. Misericordia è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro, pertanto la misericordia è la via che unisce l’uomo a Dio”.

 

Pablo Martì del Moral

Teologo

                                                     

 

Commento Sr Gisella Serra FMA

gisel.serra@gmail.com

                                                                     

 

 

 

 

 

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