DALLA PAROLA DEL GIORNO

[Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. 

Mc 16,15-20

Come vivere questa Parola?

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (16,15). La parola conclusiva che Gesù rivolge agli apostoli segna l’inizio della grande avventura missionaria. Il Risorto chiede di andare, di mettersi in cammino; di proclamare la buona notizia a tutti e in tutto il mondo. L’opera che egli affida non prevede confini geografici. Nessuno deve essere escluso, tutti hanno il diritto di ricevere la Parola che salva. Gesù ricorda ai discepoli che il loro impegno non è solo importante ma decisivo: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, chi non crederà sarà condannato” (16,16). Sono parole da pesare con attenzione evitando la tentazione di sminuire il loro significato. La differenza tra chi accoglie con fede e chi rifiuta non è affatto marginale: da una parte c’è la salvezza e la gioia eterna, dall’altra la condanna definitiva. Chi annuncia il Vangelo – e tutti siamo chiamati a farlo – deve sapere qual è la posta in gioco. Occorre impegnarci a proclamare il Vangelo non solo con piena convinzione ma anche con tutte le nostre energie. Davanti a questo comando è inevitabile riscontrare limiti e ritardi, nella vita personale come in quella ecclesiale. Quante volte non abbiamo annunciato il Vangelo o non lo abbiamo fatto nelle forme opportune. Tante volte ci siamo lasciati vincere dalla paura o dalla pigrizia; altre volte non lo abbiamo fatto con quella passione che veste di credibilità le nostre parole. Altre volte la testimonianza della vita ha smentito quella Parola che abbiamo annunciato con le labbra. Non bastano le parole. È necessario acquisire uno stile di vita che diventi una muta provocazione. Se l’esistenza acquista un’impronta evangelica non solo rivela la fecondità della Parola ma sollecita tutti a prendere sul serio il Vangelo. È una grazia da chiedere e un impegno da rinnovare.

Ti chiediamo, Signore, di usarci misericordia ma anche di darci ancora una volta la grazia di portare l’annuncio con un ardore ancora più grande.

 

La voce di un matematico

“Sii quello che sembri.” 

 

Lewis Carroll

Matematico

 

 

Commento di suor Emilia Di Massimo

emiliadimassimo@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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