DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!
Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente.
Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza».
Gc 5,1-6
Come vivere questa Parola?
Oggi, come Casa di Preghiera di S. Biagio, riprendiamo i commenti della Parola della liturgia del giorno che illuminano la nostra quotidianità. Consideriamo la seconda lettura della liturgia odierna. La Lettera di S. Giacomo nei suoi cinque capitoli ci aiuta ad approfondire il tema della ricchezza e dei poveri. Lui si presenta come: “Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo” (Gc 1,1), si rivolge alle Comunità cristiane che in quel momento vivevano sofferenze, difficoltà, ingiustizie, avevano difficoltà nel vivere la fede concretamente. Questa immagine ci riporta ai giorni nostri. Tante Comunità cristiane nel mondo si trovano nelle stese situazioni: basta guardare ogni continente, ogni popolo e nazione. Anche oggi parla a me questa lettera. Non è la ricchezza in sé, che ci allontana della vita cristiana, ma l’accumulo della ricchezza e il possesso sfrenato, è il guadagno a spese degli altri, lo sfruttamento in vista del guadagno, sono le scelte di consumismo, spreco e indifferenza del rispetto della dignità dell’uomo e del creato.
Signore Gesù, donaci la grazia di distinguere la sobrietà di vita dall’accumulo delle ricchezze, di vivere in giustizia e rettitudine rispettando la dignità del fratello e custodendo la casa comune che è il creato.
La voce di un semiologo
“Dagli animali possiamo imparare con grande efficacia il valore della sobrietà. La condizione stessa di “animalità” è in antitesi al concetto di «spreco», perché è legata a doppio filo agli equilibri dell’ecosistema”.