DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono?
Nessuno ti ha condannata?».
Ed ella rispose: «Nessuno, Signore».
E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno;
va’ e d’ora in poi non peccare più».»
Gv 8,11
Come vivere questa Parola?
Il tema centrale di questa domenica è la salvezza del peccatore e trova la sua chiave di lettura nell’acclamazione al vangelo: “Io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (Ez 33,11). Ancora una volta Dio si dichiara a favore della vita dei suoi figli, anche quando la loro insensatezza può averli esclusi da ogni umana considerazione.
Un Dio geloso della vita dei suoi figli al punto tale da restituire loro, con il suo perdono, la dignità, l’onorabilità, la vita, diventa annuncio liberante e giudizio su un mondo così spesso spietato e crudele. La comunità cristiana deve farsi portatrice di questo messaggio, consapevole di essere stata creata da un gesto di misericordia, che la rende debitrice nei confronti di Dio e di ogni fratello. Il perdono diventa responsabilità. Il perdono diventa fiducia. Il perdono diventa vita nuova. Il perdono diventa dono-per.
Accolgo nel mio cuore queste parole di Gesù e le ripeto lungo la mia giornata: “Neanche io ti condanno”
La voce di un Padre della Chiesa
Per prepararci, come si conviene, alla grande solennità che cosa dobbiamo fare? Chi dobbiamo seguire come guida? Nessun altro certamente, o miei cari, se non colui che voi stessi chiamate, come me, «Nostro Signore Gesù Cristo». Egli per l’appunto dice: «Io sono la via» (Gv 14, 6). Egli è colui che, al dire di san Giovanni, «toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29). Egli purifica le nostre anime, come afferma il profeta Geremia: «Fermatevi nelle strade e guardate, e state attenti a quale sia la via buona, e in essa troverete la rigenerazione delle vostre anime» (cfr. Ger 6, 16).
Un tempo era il sangue dei capri e la cenere di un vitello ad aspergere quanti erano immondi. Serviva però solo a purificare il corpo. Ora invece, per la grazia del Verbo di Dio, ognuno viene purificato in modo completo nello spirito.
(Dalle “lettere pasquali” di Sant’Atanasio vescovo.)