«31Desiderateinvece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.(…)
4La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
8La carità non avrà mai fine»
1Cor 12,31;13,4-8
Come vivere questa Parola?
La chiesa di Corinto è stata, per l’apostolo Paolo motivo di molte preoccupazioni, ma il modo con cui egli ha educato i membri della Comunità cristiana davanti ai molti problemi della vita che san Paolo ha dovuto affrontare si possono riassumere in poche parole: “egli è stato testimone dell’amore di Cristo per tutti”. Ai corinzi che aspiravano ai carismi più appariscenti e visibili egli risponde, proponendo, la via migliore, quella del grande carisma dell’agape. Egli, con questo testo ci introduce nel cuore del vero messaggio cristiano che è il comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo. Questo amore è un dono che supera tutti gli altri doni o carismi, egli lo qualifica in modo molto chiaro nel brano: non è l’eros, cioè l’amore possessivo, ma la carità cioè l’amore che si dono totalmente.
Signore Gesù, donami la lucidità e concretezza perché la mia “carità non abbia finzioni”
La voce del Magistero
L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, ma è anche un compito per l’intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli: dalla comunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità. Anche la Chiesa in quanto comunità deve praticare l’amore. Conseguenza di ciò è che l’amore ha bisogno anche di organizzazione quale presupposto per un servizio comunitario ordinato. La coscienza di tale compito ha avuto rilevanza costitutiva nella Chiesa fin dai suoi inizi: «Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno» (At. 2,44)
(Dalla Lettera Enciclica “ Deus caritas est” Papa Benedetto XVI)