DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione».

2 Corinzi 1,3-7

Come vivere questa Parola?

Rafforzati dai doni della Pentecoste riprendiamo il cammino del Tempo Ordinario. Nelle prime due settimane la Liturgia della Parola ci propone la meditazione del Discorso della montagna (Matteo 5‒7) e la Seconda lettera ai Corinzi: un testo complesso per quanto riguarda la composizione, ma anche una lettera che forse più delle altre ci ritrae Paolo in un momento critico della sua vita, un apostolo sofferente, incompreso, spesso respinto dalle comunità cristiane. Anche dalla comunità di Corinto, alla quale più volte si rivolse afflitto e angosciato, tra molte lacrime, non per rattristarli però, ma affinché conoscano «l’amore che nutro particolarmente verso di voi» (cf 2Cor 2,4).

L’esperienza personale di “sconsolazione” rende Paolo testimone efficace dell’unica e vera consolazione che sorge dal Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione. Afflitto e provato da varie tribolazioni, è abilitato a riconoscere le cause delle sofferenze anche in chi tenta di nasconderle, forse proprio respingendo chi cerca di dare una mano ad uscirne. La consolazione, allora, diventa non solo il tema strutturante della prima parte della lettera, ma soprattutto il fondamento e il percorso della vera riconciliazione. Come? Riconoscendo, innanzitutto, la potenza salvifica delle tribolazioni e delle sofferenze, accogliendo il conforto di grazia e dei gesti gentili di chi ci sta accanto, offrendo noi stessi il supporto di consolazione a chi ne ha bisogno. Paolo si fida dei Corinzi: «la nostra speranza nei vostri riguardi è salda»; possa avere la stessa certezza su ciascuno di noi!

 

Tu sei, Maria, immagine e inizio della Chiesa;

risplendi ora innanzi al Popolo di Dio quale segno di certa speranza e di consolazione,

o Maria, Madre della Chiesa. (s. Paolo VI, 25 ottobre 1969)

La voce di uno scrittore

E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me… (Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry)

                                                     

 Commento di Sr. Mimica Oblak FMA

mimica.ax@yahoo.com

                                                                     

 

 

 

 

 

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