DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».»
Mc 1,9-10
Come vivere questa Parola?
Gesù viene, “avviene”, nella storia umana. Viene come gli altri e per la stessa ragione – farsi battezzare -, ma la sua venuta è un avvenimento che squarcia la storia umana. Non proviene dallo stesso luogo degli altri battezzandi, che erano dalla Giudea e da Gerusalemme. Giunge dai margini, da luoghi inaffidabili e sconosciuti. Giunge e subito viene immerso – il primo atto da lui compiuto secondo Marco è “passione” – nelle acque del peccato, carico di un giogo che ancora – dopo trent’anni di vita nascosta nel suo villaggio – ignora. S’inabissa nell’invocazione della riconciliazione tra cielo e terra. E – risorgendo dalle acque – vede l’invisibile, e ode l’inaudito. Il Cielo si squarcia (come si squarcerà il velo del tempio in Mc 15,38) e scende lo Spirito santo (annunciato da Giovanni); la Voce proclama Tu, Figlio, sei l’Amato. Da quel momento, immergersi, in obbedienza all’Amore, nell’umano fragile e peccatore è atto divino. Di deserto in deserto, conduce alla risurrezione.
Signore che entri nella storia umana dagli abissi abitati da poveri e da peccatori: donaci il tuo Spirito, che faccia di noi, sulle tue orme, figli, che amati gratuitamente gratuitamente amano i fratelli. Tu vivi e regni oggi e nei secoli.
La voce di un biblista
“Lo Spirito che intervenne sul caos primitivo per riordinarlo, interviene qui per operare la nuova creazione: dal battesimo di Gesù inizia la storia del mondo nuovo. Gesù, e la comunità primitiva dopo di Lui, amavano riferirsi alla grande profezia di Isaia, che parlava del Servo amato da Dio eppure perseguitato, fedele al Signore e solidale con il suo popolo al punto da caricarsi sulle proprie spalle i peccati di tutti. È in questo senso che Gesù è proclamato Figlio amato: la filiazione divina non lo sottrae alla sofferenza, al contrario lo impegna in una missione salvifica per gli altri, nella solidarietà e nella persecuzione. In Gesù di Nazareth è arrivato il Regno di Dio, e l’arrivo del Regno suscita un movimento, esige una risposta”.
(Bruno Maggioni).
Commento di Madre Ignazia Angelini OSB
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