DALLA PAROLA DEL GIORNO
«49Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, 50perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».»
Mc 6.49-50
Come vivere questa Parola?
E’ ormai sera. Gesù va su un monte a pregare. I discepoli vanno verso il mare e salgono sulla barca. Qualche ora dopo, la piccola barca è in alto mare. Loro vogliono avanzare remando, ma il vento é contrario. Sono stanchi. Ormai è notte fonda. Le comunità del tempo di Marco erano come i discepoli. Di notte! Vento contrario! Non pescano nulla, nonostante lo sforzo compiuto! Gesù sembra assente! Per attraversare un chilometro e mezzo hanno impiegato dodici ore. Un’eternità! È un incubo questa traversata, come la nostra vita. Perché? L’acqua sotto instabile, il vento sopra che ti butta giù, tenebra, scuro, non sai dove vai; e sì che sono esperti e poi è breve la traversata. Gesù si accorge di loro, e vede la fatica dei suoi nel remare: questi non sono abbandonati, al di là di quello che loro possono provare. Gesù arriva camminando sulle acque del mare della vita. Loro gridano presi dalla paura, perché pensano che si tratti di un fantasma. E Lui sembra non udire la loro angoscia. Ma poi il loro grido lo spinge a cambiare rotta, si avvicina e dice: “Coraggio, sono io, non temete!” Gesù sale sulla barca ed il vento cessa. Commenta un esegeta: “Questo testo è da contemplare e da gustare. Lui sta sulla Terra, solo, sul monte, come adesso, in comunione col Padre, ma non è che è lontano da noi, ci vede! Mentre siamo provati nel remare e durante tutta la notte, ci vede. E ci vede anche di sera, nell’ultima veglia. “Coraggio!” e “Non temete”. Questo è il punto su cui noi possiamo costruire, possiamo riacquistare fiducia. Ed è una fiducia che il Signore invita ad avere in Lui ma anche ad avere in noi: coraggio, non temete. “Io sono”. È una Parola, questa del Signore, che sta in un certo senso “ri-creando” questi discepoli, dall’interno. Li sta quasi generando, su questo mare.
Possiamo domandarci: “Anch’io, come i discepoli, mi sono spaventato? Questo perché non ho saputo riconoscere Gesù presente nella mia vita.
O Dio, luce del mondo, concedi a tutte le genti il bene di una pace duratura e fa’ risplendere nei nostri cuori quella luce radiosa che illuminò la mente dei nostri padri. (Preghiera di colletta della Messa del giorno)
La voce di un biblista
“Ebbene, in quel momento Cristo svela ai discepoli con questo atto eccezionale la sua realtà intima, nascosta dal velo della sua umanità. È un po’ quello che accadrà sul monte della Trasfigurazione: egli ora si presenta in una teofania, cioè in un segno rivelatore della sua divinità di Signore del cosmo e della storia. L’altra frase esplicativa è quella rivolta in finale a Pietro: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» (14,31). Per comprendere l’evento del cammino sulle acque – come anche gli stessi miracoli – è necessario un canale di conoscenza ulteriore rispetto a quello dei sensi e della pura e semplice ragione, ossia la via della fede e dell’adesione al mistero divino”.
(Cardinale Ravasi)
Commento di Sr Graziella Curti FMA
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