DALLA PAROLA DEL GIORNO
«La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».»
Gv 19, 19-23
Come vivere questa Parola?
Il risorto si presenta nel Cenacolo, dove i discepoli si sono rinchiusi per la paura di fare una brutta fine, e dice: «Pace a voi!». Non è un semplice saluto ma un vero e proprio dono. Lo si capisce dal fatto che Gesù dice “pace”, ripetutamente, mostrando i segni della cattiveria degli uomini sul suo corpo. Associando la parola “pace” alle sue ferite Gesù ci sta offrendo una pace differente da quella del mondo. La pace del Risorto, infatti, non è semplice assenza di conflitto, ma capacità di dire “pace” anche in mezzo alle sofferenze, alla cattiveria, al sopruso, alla guerra. È la capacità di percorrere le vie della riconciliazione.
Signore, donaci oggi la tua pace, per dare una mano al mondo che soffre a causa della guerra! Così sia!
La voce di Papa Francesco
«La pace che Gesù ci dà a Pasqua non è la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e con varie forme di imposizione. Questa pace, in realtà, è solo un intervallo tra le guerre: lo sappiamo bene. La pace del Signore segue la via della mitezza e della croce: è farsi carico degli altri. Cristo, infatti, ha preso su di sé il nostro male, il nostro peccato e la nostra morte. Ha preso su di sé tutto questo. Così ci ha liberati. Lui ha pagato per noi. La sua pace non è frutto di qualche compromesso, ma nasce dal dono di sé».
(FRANCESCO, Udienza generale, 13 aprile 2022)