DALLA PAROLA DEL GIORNO

 

«Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi»

At 2,1-7

Come vivere questa Parola?

La Pentecoste iniziata quel giorno, non è finita; essa continua nelle situazioni storiche e concrete in cui vive la Chiesa. Tutta la vita dei cristiani si svolge sotto il segno dello Spirito, in modo tutto speciale nei sacramenti che attraversano tutta la nostra vita, dall’inizio alla fine. Ciascuno infatti vive sotto l’influsso dello Spirito del Battesimo e della Confermazione; è sempre lo Spirito che conferma la nostra fede e la nostra unità ogni volta che noi partecipiamo all’Eucaristia in modo particolare nella preghiera eucaristica, ci ricorda l’intervento dello Spirito non soltanto nella trasformazione del pane e del vino nel corpo e sangue di Cristo, ma anche la solidità della nostra fede e la nostra unità nella Chiesa.

Così pure lo Spirito agisce nell’ordinazione sacerdotale per conferire a colui che è chiamato il potere di attualizzare i misteri di Cristo; Egli è presente anche nella celebrazione del sacramento dei matrimonio, assicurando agli sposi la forza della fedeltà e la loro unione reciproca nella imitazione dell’unione del Cristo con la Chiesa. Noi siamo dunque in ogni istante permeati dallo Spirito.

Non vi è un incontro di preghiera, una liturgia della Parola in cui lo Spirito non agisca per permettere di pregare e di dialogare col Signore reso presente in mezzo a noi mediante la forza dello Spirito che dà vita alla parola proclamata.

“Vieni Spirito Santo, rinnovami”

La voce di un Padre della Chiesa

Il Signore promise di mandare lui stesso il Paraclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in un’unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza l’acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare un’unica Chiesa in Cristo Gesù senza l’«Acqua» che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l’acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la «Pioggia» mandata liberamente dall’alto. Rammentiamo da dove ci viene donata quest’Acqua, non solo essa, ma anche il sangue; Sangue ed Acqua dal costato trafitto e glorioso di Cristo dal quale discendono grazie e benedizioni.

Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra, da dove, come disse egli stesso, il diavolo fu cacciato come folgore cadente (cfr. Lc 10, 18). Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l’accusatore, possiamo avere anche l’avvocato.

Il Signore affida allo Spirito Santo quell’uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l’immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l’immagine e l’iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore.

(Dal trattato «Contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo)

sant'Ireneo

Vescovo

Commento di Roberto Proietti

robertocerreto82@gmail.com

 

 

 

 

 

 

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