DALLA PAROLA DEL GIORNO
«67Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: 68«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, 69e ha suscitato per noi un Salvatore potentenella casa di Davide, suo servo, 70come aveva dettoper bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: 71salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. 72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padrie si è ricordato della sua santa alleanza, 73del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci,74liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, 75in santità e giustiziaal suo cospetto, per tutti i nostri giorni. 76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimoperché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, 77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezzanella remissione dei suoi peccati. 78Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, 79per risplendere su quelli che stanno nelle tenebree nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passisulla via della pace».»
Lc 1, 67-79
Come vivere questa Parola?
Le prime parole che Zaccaria pronuncia dopo il suo lungo mutismo sono una benedizione al Signore per il dono della liberazione. Sgorgano dal suo cuore come un fiume in piena mostrando a tutti la freschezza di una lettura nuova della storia. Nel silenzio, rileggendo “profeticamente” il cammino compiuto dal popolo di Israele, Zaccaria scopre che la mano nascosta ma operosa del Signore s’intreccia di continuo con quella più debole e incerta dell’uomo. Il tempo di Natale è un tempo propizio per fermarci a contemplare le meraviglie che il Signore compie per ciascuno e riconoscere che non siamo abbandonati a noi stessi, senza speranza di salvezza, ma continuamente provocati ad uscire dalle nostre rassegnazioni, dai nostri mutismi, delle nostre disperazioni.
In questo tempo, Signore, segnato da una pandemia e dall’incertezza per il futuro, fai che la Speranza rinasca nei nostri cuori e nelle nostre case! Così sia!
La voce del Papa
«Facciamo in modo di non fermarci al segno [del presepe], ma di andare al significato, cioè a Gesù, all’amore di Dio che Lui ci ha rivelato, andare alla bontà infinita che ha fatto risplendere sul mondo. Non c’è pandemia, non c’è crisi che possa spegnere questa luce. Lasciamola entrare nel nostro cuore, e tendiamo la mano a chi ha più bisogno. Così Dio nascerà nuovamente in noi e in mezzo a noi».
FRANCESCO, Angelus, 6 dicembre 2020