DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Chi viene dall’alto, è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. Parola del Signore».

Gv  3,31-36

Come vivere questa Parola?

Iniziamo un nuovo mese in compagnia della madre di Dio, vita, dolcezza e la nostra speranza. In questo primo giorno di maggio la Chiesa ricorda San Giuseppe lavoratore. Giuseppe uomo prudente, saggio e giusto ha accolto la testimonianza che veniva dal cielo, ha sperato contro ogni speranza e certifica con la sua vita che Dio è veritiero. Su di lui è stato effuso lo Spirito senza misura.  Il Padre che ama suo Figlio ha posto nelle mani di questo umile artigiano, i suoi più grandi tesori Gesù e Maria e ha creduto, ha amato e sperato. Si è preso cura di loro con immensa tenerezza e ora possiede la vita eterna. Ha saputo comprendere il linguaggio di Dio e parlare con Dio e parlare le cose di Dio. San Giuseppe se glielo permetti sarà il tuo maestro nelle cose di Dio.

San Giuseppe, modello dei lavoratori, insegnaci il vero senso del lavoro, insegnaci soprattutto a lavorare per il Regno di Dio e la sua Giustizia. Che Maria, nostra vita, dolcezza e speranza, ci accompagni questo mese.

La voce dalla web del Vaticano – San Giuseppe lavoratore

Fabbro, falegname, carpentiere. San Giuseppe era tutto questo – come insegnano i Vangeli – oltre a essere lo sposo di Maria e il padre terreno di Gesù. Con la sua vita di onesto lavoratore, San Giuseppe nobilita il lavoro manuale con il quale mantiene la sua Santa Famiglia e partecipa al progetto della salvezza.

La festa di San Giuseppe Artigiano

Fu istituita ufficialmente da Pio XII il Primo Maggio del 1955 per aiutare i lavoratori a non perdere il senso cristiano del lavoro così espresso, ma già Pio IX aveva in qualche modo riconosciuto l’importanza di San Giuseppe come lavoratore quando proclamò il Santo patrono universale della Chiesa. Il principio del lavoro come mezzo per la salvezza eterna sarà ripreso anche da Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Laborem Exercens, in cui lo chiama “il Vangelo del lavoro”. Sembra, poi, che anche il card. Roncalli – futuro Giovanni XXIII –  eletto al soglio di Pietro avesse pensato di farsi chiamare Giuseppe, tanto era devoto al Santo padre terreno di Gesù. Infine, devoti di San Giuseppe sono stati anche molti altri Santi vissuti dopo di lui, come Santa Teresa d’Avila. 

Il lavoro: partecipazione al disegno divino

Come quei padri che insegnano il proprio lavoro ai figli, così fa anche Giuseppe con Gesù. Egli stesso, più volte, viene chiamato nei Vangeli “il figlio del carpentiere” oppure “del legnaiuolo”. Più di tutti, quindi, San Giuseppe rappresenta la dignità del lavoro umano che è dovere e perfezionamento dell’uomo che così esercita il suo dominio sul Creato, prolunga l’opera del Creatore, offre il suo servizio alla comunità e contribuisce al piano della salvezza. Giuseppe ama il suo lavoro. Non si lamenta mai della fatica, ma da uomo di fede la eleva a esercizio di virtù, sa essere sempre contento perché non ambisce alla ricchezza e non invidia i ricchi: per lui il lavoro non è un mezzo per soddisfare la propria cupidigia, ma solo strumento di sostentamento per la sua famiglia. Poi, come viene prescritto agli ebrei, il sabato osserva il riposo settimanale e prende parte alle celebrazioni. Non deve stupire questa concezione nobile del lavoro più umile, quello manuale: già nell’Antico Testamento, infatti, Dio viene simboleggiato di volta in volta come vignaiolo, seminatore, pastore.

(https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2019-05/primo-maggio-festa-san-giuseppe-lavoratore.html)

                                                     

 

Commento di sr Teresita Verhelst Solano fma

tereverso2017@gmail.com

                                                                     

 

 

 

 

 

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