DALLA PAROLA DEL GIORNO
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Gv 6 37-40
Come vivere questa Parola?
La vita piena che Gesù ci ha donato è possibile se si riconosce in Lui il Figlio. Mi sono sempre chiesto, al di là delle questioni teologiche, che cosa volesse dire questo concretamente per la nostra vita. Gesù è il Figlio, ma non non è figlio unico. Lui è il primogenito di una famiglia numerosa che riconosce Dio come l’unico padre dell’intera umanità. Questo significa che non ci sono stranieri, che nessun uomo può essere considerato come distante, lontano. Gli ucraini, i russi, gli israeliani, i palestinesi, e tutti gli altri che subiscono le tragiche conseguenze delle guerre che loro malgrado li vedono coinvolti non sono stranieri e lontani ma fratelli e sorelle che soffrono e muoiono. La loro sofferenza e la loro morte non ci deve lasciare indifferenti.
In questa giornata di commemorazione dei defunti, preghiamo per la pace ricordando i tanti, troppi, fratelli e sorelle le cui esistenze si sono tragicamente interrotte a causa dell’odio, della violenza, del terrorismo, della guerra.
La voce voce del Papa
«Fratelli e sorelle già sono morti moltissimi, non si versi altro sangue innocente né in Terrasanta né in Ucraina, o in qualsiasi altro luogo, Basta! Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre. La preghiera è la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo, della guerra».
(FRANCESCO, Angelus, 15 ottobre 2023