«I giorni di Davide si erano avvicinati alla morte, ed egli ordinò a Salomone, suo figlio: «Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu sii forte e móstrati uomo. Osserva la legge del Signore, tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed eseguendo le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e le sue istruzioni, come sta scritto nella legge di Mosè, perché tu riesca in tutto quello che farai (…)
Davide si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella Città di Davide. La durata del regno di Davide su Israele fu di quarant’anni: a Ebron regnò sette anni e a Gerusalemme regnò trentatré anni.»
1 Re 2,1-3;10-11
Come vivere questa Parola?
Secondo i criteri della Sacra Scrittura, la grandezza di un uomo si misura dalla sua fedeltà alla legge del Signore.
Fedeltà al Signore vuol dire anche chiarezza di giudizi e coraggio nella testimonianza. Il re Davide mostra la sua forza d’animo quando affronta il gigante e combatte i nemici d’Israele, ma soprattutto quando riconosce umilmente il suo peccato. Egli non è ricordato tanto perché ha riunificato le tribù sotto il suo trono, ma perché si è sottoposto alla parola del profeta che gli si rivolgeva in nome di Dio.
Oggi, lascio che risuoni nel mio cuore profondo questa parola: “Tu sii forte e mostrati uomo”
La voce del Papa
“Davide, che ha conosciuto la solitudine, in realtà, solo non lo è stato mai! E in fondo questa è la potenza della preghiera, in tutti coloro che le danno spazio nella loro vita. La preghiera ti dà nobiltà, e Davide è nobile perché prega. Ma è un carnefice che prega, si pente e la nobiltà ritorna grazie alla preghiera. La preghiera ci dà nobiltà: essa è in grado di assicurare la relazione con Dio, che è il vero Compagno di cammino dell’uomo, in mezzo alle mille traversie della vita, buone o cattive: ma sempre la preghiera. Grazie, Signore. Ho paura, Signore. Aiutami, Signore. Perdonami, Signore. È tanta la fiducia di Davide che, quando era perseguitato ed è dovuto fuggire, non lasciò che alcuno lo difendesse: “Se il mio Dio mi umilia così, Lui sa”, perché la nobiltà della preghiera ci lascia nelle mani di Dio. Quelle mani piagate di amore: le uniche mani sicure che noi abbiamo. “
(Dalle catechesi del mercoledì di Papa Francesco)