DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.

Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.

Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita»

Gv 5,31-40

Come vivere questa Parola?

Stiamo leggendo il capitolo quinto di Giovanni: il Discorso sull’opera del Figlio. In questa seconda parte dello stesso, Gesù esplicita la testimonianza del Padre al Figlio mediante Giovanni Battista, e le opere che Lui stesso compie e mediante le Scritture.

La testimonianza di Giovanni Battista ha preparato e favorito la rivelazione di Gesù, come Messia e Figlio di Dio e lo ha presentato alla gente come l’inviato di Dio che deve venire in questo mondo.

Gesù pone l’accento sulle opere che il Padre gli ha dato da compiere, che testimoniano che Dio lo ha mandato tra gli uomini per la loro salvezza. Sempre nel vangelo di Giovanni troviamo queste parole: “Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse” (Gv 14,10-11).

Gesù porta poi la testimonianza delle Scritture. Sono le Scritture che hanno preparato l’incontro con Lui qui e ora: Mosè stesso ha scritto di Lui, del Cristo, ma i Giudei, se non credono in ciò che di sacro è scritto, come possono ora credere alle parole di Gesù?

Ricordiamo la parabola del ricco cattivo e del povero Lazzaro? (Lc 16, 19-31) Gesù conclude così: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi”

Gesù li mette di fronte al fatto che un popolo che si vanta di custodire la Parola che Dio ha trasmesso, deve ascoltare la voce divina. Dio ha parlato con chiarezza, ma la sua voce non tocca e non cambia il loro cuore perché manca una reale disponibilità a mettersi in ascolto. Gesù qui non usa parole di misericordia, ma parole di verità, non cerca di scusare, ma pone tutti e ciascuno dinanzi alle proprie responsabilità. Vale anche per noi oggi: non basta aprire la Bibbia, occorre aprire il cuore. Non basta leggere avidamente la Parola, occorre imparare ad ascoltare quello che Dio vuole dirci attraverso i fratelli, avere l’umiltà di riconoscere e accogliere la voce di Dio, anche quando ci svela verità scomode.

Signore Gesù, donami un cuore disponibile capace di accogliere la Tua Parola perché nutra e illumini la mia vita e mi renda capace di aprire il cuore all’Amore di Dio per essere testimoni credibili e veri.

La voce della Bibbia

“Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 118, 105).

 

Bibbia

Sal 118, 105

Commento di Sr Vilma Colombo FMA

direttricesanbiagio12@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

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