Percorsi di Luce 22-24 novembre 2024
L’esperienza vissuta a Subiaco, ospiti nella Casa di Preghiera di San Biagio, è stata un viaggio profondo che ha unito riflessione interiore e speriamo diventi anche una crescita spirituale. Ringraziamo per l’accoglienza calorosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice che ci hanno accompagnato lungo questo cammino.
Il programma che abbiamo seguito, intitolato “Percorsi di Luce”, ci ha spinto ad affrontare temi profondi legati soprattutto al tema della giustizia, della legalità, del bisogno di amore, di famiglia vera, ma soprattutto “della ricerca della verità” legato alla Speranza che si pone a servizio della e per la persona!
Favoriti dalla tranquillità della natura, è stato il perfetto scenario per un’esperienza di questo tipo. Le montagne circostanti e il silenzio che regnava intorno alla Casa di Preghiera ci hanno offerto una sorta di rifugio dal frastuono della vita quotidiana, dallo studio o dal lavoro, un luogo dove poter riscoprire la calma e l’ascolto profondo di noi stessi e della voce di Dio.
Come ci invita il volantino, la luce della Parola ha dialogato con il proiettore ed ha liberato in noi tutti lo Spirito di conoscenza e di preghiera allo stesso tempo. Uno degli aspetti più significativi di questo percorso attraverso la protagonista Grace, è la grande sofferenza e confusione quando non si ha una luce che guidi alla Speranza! Per questo ci viene in soccorso la Parola di Dio.
Infatti la lettera di Pietro ( 1Pt 3-15;), nel confronto diretto con il film ha dato una risposta determinante alla situazione difficile nella ricerca della Verità. Nonostante le prove che la vita ci pone è bene , anzi “è meglio soffrire operando il bene che facendo il male”. E’ quello che succede alla protagonista “vittima” di raggiri nel film che preferisce la sua sofferenza anziché mettere in dubbio l’innocenza del figlio. Fondamentale è “la fede” nella sua redenzione e la tenacia del suo avvocato con la comunità fatta da suo marito e l’équipe dei suoi colleghi e collaboratori, che porteranno a vincere ogni dubbio, perché come si è ribadito più volte: “quando la speranza sembra persa, è lì che la trovi”. Di fatto resteranno svergognati, come proclama la lettera di Pietro, quelli che hanno ”malignato sulla buona condotta in Cristo.” Grace esce vittoriosa nonostante la sua enorme sofferenza perché il braccio potente della sua difesa l’ha spinta a non mollare proprio alla fine, svergognando la pseudo amica Sara e suo figlio.
La presenza delle ragazze molto giovani, hanno potuto verificare con la proposta del film “La verità di Grace”, come temi complessi e significativi sulla famiglia e i legami affettivi con le sue dinamiche, a volte complesse, ma di enorme sostegno nei momenti difficili, possono apparire addirittura impossibili da superare, ma che col sostegno e la comprensione reciproca porta alla vittoria sul bene contro ogni aspettativa.
Al contrario, una relazione di morte “tossica”, come tra l’amica di Grace Sara e suo figlio che con l’inganno e la truffa, portano alla fine di una relazione di amicizia e dello stesso matrimonio nel quale Grace aveva creduto fermamente.
Il tema forte che si impone per seguire un cammino di crescita è ovviamente quello della Speranza come liberazione nei protagonisti e negli spettatori che attraverso il coinvolgimento interiore approdano alla consapevolezza che il male ha sempre vita breve perché “più forte della morte è l’amore” vero e sincero disposto fino a morire per l’altro. Tutto questo lo viviamo nella figura di Cristo che domina la vita di chi si affida a Lui.
Per questo ogni moralismo giudicante o denigrazione dei capi sia nello studio legale che durante il processo viene superato con determinazione da parte di Jasmine che a sua volta permette anche alla sua assistita di combattere con forza contro la perdita della Speranza e di arrivare a scoprire la Verità sull’accusa di omicidio da parte della stessa sua falsa amica Sara.
Tema delicato ma forte è l’amore genitoriale verso il proprio figlio che va protetto oltre ogni limite di sofferenza, un amore incondizionato che viene messo alla prova fino alla fine ma che troverà la certezza della Verità che libererà per sempre e farà crescere i protagonisti dentro e fuori la visione stressa del film.
Durante il nostro soggiorno, abbiamo avuto modo di confrontarci sull’attualità, in un mondo che spesso sembra correre veloce verso direzioni confuse, dimenticando le radici spirituali da cui dovremmo attingere per orientare il nostro cammino. La riflessione si è concentrata su come l’individuo possa sentirsi smarrito e in cerca di significato in una società che spesso esalta il materialismo e l’individualismo.
Solo la ricerca di senso e della Verità in Cristo “Re dell’universo e della nostra vita, offre la forza a noi uomini e donne di spenderci per un servizio all’altro e con l’altro che non è un “peso” da evitare ma un’opportunità in più per imparare ad amare. LA SPERANZA SI FA SERVIZIO! Altrimenti sarebbe un puro sentimentalismo che lascia inerte lo Spirito che abita e lavora in noi.
Da qui la bellissima testimonianza di Usman! Un giovane di 24 anni, con un vissuto a dir poco di enorme sofferenza per la perdita della propria famiglia d’origine ma che ha trovato nell’accoglienza della famiglia adottiva l’amore che ha cambiato la sua vita! “Quello che ho ricevuto voglio darlo!”
Attraverso l’intervista posta in atto da Benedetta un’amica partecipe al nostro percorso di Luce, Usman ha immesso in noi spettatori una grande speranza ed un desiderio di continuare ad amare attraverso il servizio gratuito agli altri. Usman ha offerto un anno alla Caritas di Roma per porsi a servizio dei piccoli perché ha compreso la grande verità rivestita di Speranza, che quanto ci è stato dato gratuitamente, gratuitamente dovremmo dare!
Usman invita tutti i giovani come lui a dare un anno di volontariato agli altri nel servizio, questo farebbe della persona un vero “bottino” per comprendere il senso della vita in una società che induce a credere solo nel carrierismo e nell’individualismo.
Anche la presenza di Erika, fondatrice di un’associazione “Gli artisti per Dio”, che insieme ad altri protagonisti, si considerano “Missionari digitali”, presenti sui social attraverso l’arte di immaginare volti e luoghi dove la santità si concretizza. La sua testimonianza oltre l’umano, in una sua ricerca della conoscenza di Dio presente, faccia a faccia, l’ha condotta a vivere una “visione” beatifica della Sua Divina presenza attraverso il suo stesso corpo. Ci parla di una visione interiore dopo l’avvertimento di un fuoco sul suo petto che le fa perdere il contatto con la realtà e le fa guardare ciò che, a suo dire, è sublime. Colpisce in noi tutti, l’abbraccio che il Cristo Gesù le ha donato. In questo abbraccio, ci dice Erika, siamo tutti con lei perché il dono ricevuto non le appartiene ma è elargito dalla Sua bontà per il bene dei fratelli.
L’arte che ci mostra, così viva e profonda nei colori, i volti di santi giovani soprattutto, Carlo Acutis, Chiara Luce Badano e tanti altri meno noti ma santi riconosciuti per la fede e la Speranza in Cristo Gesù.
Oggi, a conclusione di questo mirabile incontro ci si chiede, non solo come giovani oggi a servizio della Speranza, “qual è il mio posto nel mondo? Come posso rendermi protagonista di Speranza? Come essere artista di Dio tra gli uomini? Come posso scaldare la vita ? Sono un pezzo di Speranza attraverso la Parola che si fa vita?
Oggi con la bocca di tutti noi che abbiamo ricevuto questo invio diciamo al Signore: “Aiutaci!” Fa si che la nostra, la mia vita si faccia servizio!
In conclusione, l’esperienza di “Percorsi di Luce” è stata un momento di crescita spirituale e di riflessione profonda, che ci ha insegnato a cercare la luce anche nei momenti di oscurità, a riscoprire la verità anche quando è difficile. Abbiamo imparato che la luce non è solo un concetto astratto, ma una forza viva che possiamo trovare dentro di noi, nei nostri gesti, nei nostri pensieri e nelle nostre espressioni. La luce che ci guida, che illumina il nostro cammino e ci permette di vivere una vita più autentica e piena di significato.
GRAZIE!!!
– Nunzia e le ragazze della 5C di San Giovanni Rotondo –