Daniele ha voluto dedicarci una riflessione che abbiamo pensato di pubblicare. È la testimonianza di un ragazzo che ha trascorso una settimana con la nostra comunità e ha scelto di condividere le sue sensazioni e i suoi pensieri, con la freschezza di chi vorrebbe che fossero in tanti a provare un’esperienza di vita a San Biagio!
Grazie Daniele!
Avete mai provato la sana solitudine?
Avete mai assaporato la natura che vi circonda nel suo splendore?
Avete mai percepito cosa vuol dire essere accolti?
Vedete… tra le montagne della regione Lazio, tra le rocce che sorreggono alcuni dei più antichi monasteri d’Europa, ecco che spunta al di sopra di tutto una piccola casa, immersa nel semplice e nella colorata vegetazione dei monti Simbruini. Questa casa, rivolta verso Nord, guarda e protegge con amore il paese di Subiaco, dando respiro ad una civiltà troppo indaffarata per fermarsi a contemplare la bellezza del creato. Ma non solo.
Vedete… questa casa è popolata! Si è proprio popolata! Da persone al di sopra di ogni aspettativa, al di sopra di ogni finzione. Tutto ciò che toccano queste persone, diventa oro, oro del più pregiato. Un sorriso e una semplicità disarmante che spiazza qualsiasi testo o poesia o musica o pittura possa essere stata creata.
Lì la solitudine è piena, reale, nulla di artefatto. Questa casa vive di provvidenza, quella provvidenza che solo se vissuta può essere percepita. Non basta un giorno, non basta una settimana per percepire la qualità di un luogo così, è necessario andare umili e piccoli, perché difronte a tale grandezza solo chi è affannato e preso dalle sue cose non saprebbe apprezzare.
Con questo dico ed esprimo la mia più grande gratitudine a quelle sorelle che abitano laboriose nelle anime delle persone con le loro preghiere. Sono la realtà che sfugge di mano, sono la intimità che pochi hanno il coraggio di toccare.
Dico a tutti di provare a stare veramente in quel luogo, ma sono sicuro che non è per tutti.