Dalla Parola del giorno
Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mt 11,28-30
Come vivere questa Parola?
Viviamo in un tempo in cui siamo invitati ad uscire e ad andare nelle periferie del mondo, lì dove c’è bisogno di portare speranza e vita, lì dove i poveri e gli emarginati chiedono aiuto e sollievo. Ma Gesù, in questo brano del Vangelo, ci ricorda che non possiamo uscire se prima non entriamo in Lui, se prima non impariamo da Lui, se non diventiamo come Lui, se non ci facciamo accompagnare da Lui.
L’aveva capito molto bene san Francesco che di Cristo era diventato eccellente imitatore ed era chiamato “il secondo cristiano dopo Gesù”. E aveva preso sul serio questo invito del Signore e negli anni aveva modellato la sua vita sulle parole e sull’esempio del Salvatore, fino ad assomigliargli così tanto da portare sul suo corpo i segni della sua passione, le stimmate. E aveva fatto suo così seriamente il Vangelo che il suo modo di pensare, parlare, agire era ormai proprio come quello di Gesù.
E in questo modo ha insegnato a noi e a tutti gli uomini di buona volontà che siamo chiamati a prendere sul serio il Vangelo e le sue esigenze e che seguendo e imitando Gesù possiamo fare cose grandi e umanamente impossibili.
Signore, insegnaci a venire da Te, ad imparare da Te e ad annunciare come Te la salvezza ad ogni uomo.
La voce di San Francesco d’Assisi
“San Francesco sentendo leggere un passo del Vangelo relativo al mandato affidato agli apostoli di predicare, pregò il sacerdote di spiegargli il brano. Il sacerdote glielo commentò punto per punto e Francesco esclamò; ‘Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con cuore!”
(Fonti francescane, 356)