DALLA PAROLA DEL GIORNO

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Lc 17,1-6

Come vivere questa Parola?

“State attenti a voi stessi” è l’invito che Gesù rivolge in forma plurale alla comunità dei suoi discepoli, nella quale siamo annoverati anche noi, davanti alla triste realtà dell’inevitabilità degli scandali. La parola “scandalo” deriva dal greco e significa più propriamente “ostacolo”, “inciampo”. È inevitabile dunque, potremmo tradurre, che ci siano degli ostacoli che affaticano il vostro vivere, che si interpongono nelle relazioni umane, ma voi state attenti a queste dinamiche, voi che appartenete al Vangelo. Se tuo fratello sbaglia, non stare lì ad umiliarlo e se pecca contro di te e pentito torna a te, tu non alzare un muro, non mettere un inciampo per fargliela pagare. Cercate di correggervi con amore nel cammino, considerando che siete tutti fragili, nessuno è superiore a nessuno, tutti siete stati fatti oggetto di una particolare misericordia di Dio che vi ha amati per primo, vi ha amati mentre ancora eravate peccatori facendovi rivivere per opera di Cristo, diremmo con San Paolo, tutti siete bisognosi di un appoggio fraterno per vivere, non illudetevi. Ciò che occorre è entrare nel dinamismo di questa misericordia che sa guardare al bene autentico, che sa guardare oltre, una carità che tutto copre, scusa e sopporta e che nasce dal cuore del Crocifisso Signore e ci fa capaci di spostare le montagne, di compiere cioè, cose inimmaginabili. 

Signore, insegnami ad amare. Insegnami l’Amore che “tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”.

 La voce dei Santi

 «E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore e ami me [Francesco]servo suo e tuo, se farai questo, e cioè: che non ci sia mai alcun frate al mondo, che abbia peccato quanto poteva peccare, il quale, dopo aver visto i tuoi occhi, se ne torni via senza il tuo perdono misericordioso, se egli lo chiede; e se non chiedesse misericordia, chiedi tu a lui se vuole misericordia. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attirarlo al Signore; e abbi sempre misericordia di tali fratelli».

(San Francesco d’Assisi, Lettera ad un Ministro)

 

 

Commento di don Fabrizio Meloni

fabrizio.meloni@hotmail.it   

 

 

 

 

 

 

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