DALLA PAROLA DEL GIORNO
Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. […] All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino».
Lc 4, 24.28-30
Come vivere questa Parola?
Invece di aprirsi alla fede e di lasciarsi coinvolgere dal dono di Dio, i suoi concittadini si chiudono su ciò che conoscono di lui e pretendono. Conoscenza e pretesa della carne impediscono la fede. La pretesa di conoscere impedisce di riconoscere il dono. Nessun dono può essere preteso. Il rifiuto di Gesù è lo stesso avvenuto per i profeti che hanno potuto operare solo là dove non c’era pretesa dell’intervento di Dio. Gesù si trova di fronte gente piena di sdegno, d’ira, gente dal cuore duro, incapace di accettare il dono. La durezza del cuore porta al rifiuto e questo ci preannuncia la sua fine, ma Gesù passa e va: segno della sua risurrezione.
Donaci un cuore docile Signore, aperto al tuo dono!
La voce del Papa
“La seconda parola, profezia. […] Oggi abbiamo bisogno di profezia, ma di profezia vera: non di parolai che promettono l’impossibile, ma di testimonianze che il Vangelo è possibile. Non servono manifestazioni miracolose. […] Servono vite che manifestano il miracolo dell’amore di Dio. Non potenza, ma coerenza. Non parole, ma preghiera. Non proclami, ma servizio. Tu vuoi una Chiesa profetica? Incomincia a servire, e stai zitto. Non teoria, ma testimonianza. Non abbiamo bisogno di essere ricchi, ma di amare i poveri; non di guadagnare per noi, ma di spenderci per gli altri; non del consenso del mondo, quello stare bene con tutti – da noi si dice: “stare bene con Dio e con il diavolo”, stare bene con tutti –; no, questo non è profezia.”
(PAPA FRANCESCO, Omelia Santi Pietro e Paolo, 29 giugno 2020)