DALLA PAROLA DEL GIORNO

Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza».

Gv 8,12-18

Come vivere questa Parola?

I farisei faticano, si nascondono, impediscono a se stessi di vedere la luce, si coprono il volto.  Ancorati alle proprie certezze, alla legge che li ha tenuti tanto sereni fino a quel momento, chiedono a Gesù di presentare un testimone che possa confermare quello che dice, così come è scritto nel libro del Deuteronomio. Ma la luce è proprio davanti a loro. D’altronde il nostro cuore è fatto per cercare incessantemente la sorgente a cui dissetarsi ed attingere desideri di vita piena. Gesù sa che questo è un percorso faticoso, quindi ci indica il Padre come testimone prezioso ed unico che ci slega dalle certezze umane, ci immette nel suo circolo d’amore infinito. Gesù si fa attraversare dalla nostra fragilità perché conoscendolo possiamo incontrare il Padre e così diventare a nostra volta testimoni del suo amore. Questa certezza autentica è il tesoro che ci viene oggi consegnato; custodendolo possiamo seguire l’invito a confidare nel Signore con tutto il cuore.

Dimmi, Signore, quando ho considerato il mio essere testimone d’amore dono prezioso per me stesso e per gli altri, nella consapevolezza della sua incidenza.

La vocedi di una storica

“I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perché certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza.”                                                                              

(Hannah Arendt)

 

 

 

Commento di Suor Emilia Di Massimo FMA

emiliadimassimo@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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