DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.»
Gv. 6, 22-29
Come vivere questa Parola?
“Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù”. Ciascuno di noi è alla ricerca di Gesù anche a sua insaputa. Tutti lo cercano perché tutti cercano qualcosa che li renda felici, che non li faccia sentire sbagliati, che li riempia di significato. È Gesù che cercano tutti ma non tutti lo sanno che stanno cercando lui. Tornano alla mente le parole di san Giovanni Paolo II: “In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è lui la bellezza che tanto vi attrae; è lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. L’inquietudine e la ricerca sono un segno, indicano qualcosa, dischiudono all’audacia di guardarvi in profondità per ritrovare Gesù stesso.
Gesù, donaci di cercare ciò che dura, di non accontentarci di essere sazi ma di desiderare la felicità autentica.
La voce di un filosofo
“Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l’uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità.”
(Karl Popper)