Dalla Parola del giorno
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Mt 7,1-5
Come vivere questa Parola?
Luigi Maria Epicoco, giovane teologo e scrittore apprezzato dal Papa e da molti che seguono le sue lectio, apre il commento al Vangelo di oggi con alcune parole da cui ci sentiamo interpellati: “Chi di noi non vorrebbe un mondo migliore? Chi di noi non vorrebbe svegliarsi la mattina e vivere in un mondo dove l’odio, le guerre, le ingiustizie sociali, l’inquinamento, non ci siano più? Ebbene, sappiate che tutto questo è possibile solo a patto che si capisca da dove bisogna cominciare. Molti tentativi di cambiamento del mondo sono falliti semplicemente perché abbiamo cercato di cambiare il mondo intorno a noi non comprendendo che il più grosso contributo che potevamo dare al cambiamento eravamo innanzitutto noi stessi”. Infatti la prima condizione per una buona convivenza comunitaria è incominciare da noi stessi a non giudicare il fratello o la sorella, ossia, eliminare i preconcetti che impediscono la convivenza trasparente. Cosa significa questo concretamente? il vangelo ci dà un esempio molto pratico e ci chiede: “Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. Nell’udire questa frase siamo soliti pensare ai farisei che disprezzavano la gente considerandola ignorante. In realtà, la frase di Gesù serve a tutti noi. In famiglia, in comunità, nell’ambiente di lavoro ci è facile giudicare gli altri e mettere in evidenza quello che non va o semplicemente ciò che non è secondo i nostri gusti. Attenzione però. Gesù stesso ci dice che con lo stesso metro, con la stessa misura con cui giudichiamo gli altri saremo giudicati noi stessi.
La voce di di un biblista
L’amore non giudica, ma non manca di discernimento. La carità deve essere “discreta”: discerne le situazioni, le azioni, le reazioni per vedere cosa qui ed ora più aiuta il fratello. Buttare addosso la verità senza preparare ad accoglierla porta al plagio di chi l’accoglie e all’indurimento di chi non l’accoglie. Fare così non è rispetto né per la verità né per l’altro!
commento di
Sr Graziella Curti FMA
vicaria.bonvesin@gmail.com