DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro e dieci mute di abiti. 6Portò la lettera al re d’Israele, nella quale si diceva: «Orbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Naamàn, mio ministro, perché tu lo liberi dalla sua lebbra». 10Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato». 13Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l’avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: «Bàgnati e sarai purificato»». 14Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato»
2 Re 5,5-6.10.13-14
Come vivere questa Parola?
Naamàn con la lebbra siamo noi quando abbiamo una sofferenza e pensiamo che per superarla servano chissà quali grandi cose (dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro e dieci mute di abiti) mentre il Signore ci dice, tramite Eliseo, di bagnarci sette volte, i sette vizi capitali (lussuria, gola, avarizia, accidia, ira, invidia, superbia), bagnarci nel senso di riconoscerli e immergerci nella misericordia del Signore. Spesso resistiamo a quest’invito perché è faticoso entrare nelle nostre profondità e lo riteniamo insufficiente (Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l’avresti forse eseguita?) ma se riusciamo a farlo saremo purificati, la sofferenza si alleggerirà di tutto ciò che la amplifica e l’affronteremo con nuove energie (il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo). È un esplicito invito al silenzio interiore, in presenza del Signore, e conseguente confessione (bàgnati nel Giordano) dove si esprime tutta la sua misericordia.
Signore, aiutami a riconoscere i miei vizi, la mia lebbra.
La voce di Papa Francesco
Pensate a questo: quando noi andiamo a confessarci delle nostre debolezze, dei nostri peccati, andiamo a chiedere il perdono di Gesù, ma andiamo pure a rinnovare il Battesimo con questo perdono. E questo è bello, è come festeggiare il giorno del Battesimo in ogni Confessione. Pertanto la Confessione non è una seduta in una sala di tortura, ma è una festa. La Confessione è per i battezzati! Per tenere pulita la veste bianca della nostra dignità cristiana!
(Udienza generale- Piazza San Pietro – Mercoledì, 13 novembre 2013)