DALLA PAROLA DEL GIORNO
«17Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: 20infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
21Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 22Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato»
Mt 10, 17-22
Come vivere questa Parola?
Il prologo di Giovanni, del quale ieri abbiamo considerato un solo passaggio, dice, in un altro punto, che il Verbo incarnato, Gesù, «11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio» (vv. 11-12a).
Diventare “figli di Dio”, “figli nel Figlio”, comporta il rivivere, nella propria carne, la stessa esperienza di Gesù di Nazareth. Compresa la sua Passione e Morte redentrice. Il martirio di Stefano, primo martire della Chiesa nascente, è la testimonianza di questo. Nel brano del Vangelo secondo Matteo che la liturgia ci propone oggi, Gesù dice ai suoi discepoli che devono essere pronti ad una testimonianza fedele e coraggiosa, come quella di Stefano. Devono, in pratica, essere pronti al rifiuto, a pagare di persona, per il solo fatto d’averlo accolto e di essersi messi in cammino, con il desiderio di conformare la propria vita alla Sua.
Signore, per intercessione di Santo Stefano, ti chiediamo la grazia di incarnare ogni giorno di più la tua Parola nella nostra vita, per offrire al mondo una testimonianza credibile e coraggiosa. Così sia.
La voce di un filosofo
«Il tiranno muore e il suo governo è finito; il martire muore e il suo governo inizia».
(Søren Kierkegaard)