« 25Orauna donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata».
29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.»
Mc 5,25,29
Come vivere questa Parola?
Questo miracolo dell’emorroissa che oggi la parola ci propone, avviene in due tempi; prima di nascosto, da dietro toccò il suo mantello, il prodigio viene percepito solo dalla donna e da Gesù; poi, la domanda di Gesù; chi mi ha toccato? e lo stupore dei discepoli provocano un nuovo prodigio: la donna parla, esce da se stessa, entra in relazione con Gesù. Non è semplicemente guarita dalla malattia; è salvata!!!
Signore Gesù, oggi ripeterò nel mio cuore questa certezza “oggi. Sarò salvata da te”
La voce di un Monaco
Tante e diverse sono le forme in cui, nei vangeli, le persone si rivolgono a Gesù; diverse anche, ma al tempo stesso simili, le sue risposte. A volte sembra anche che Egli non voglia ascoltare e chi lo invoca deve insistere a lungo; altre volte previene addirittura la richiesta. L’emorroissa ha vergogna perché la sua malattia la esclude dal contatto con gli altri. Nel miracolo, la donna è come costretta a mostrarsi; Gesù vuole forse insegnare che nessuna malattia, nessuna condizione umana può essere infamante, se solo si ha fiducia in Lui.
(A. Grun, Scoprire le ricchezze della vita, Brescia 2000)