DALLA PAROLA DEL GIORNO

Disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Gv 16,5-11

Come vivere questa Parola?

Al discepolo di Gesù non è risparmiata la tristezza. Potremmo chiamarla, secondo un’espressione più ampia utilizzata da sant’Ignazio di Loyola, desolazione spirituale, estendendo la tristezza ad un insieme più ampio di emozioni, come turbamenti, oscurità, tensioni, paure, perdita di energia e buon umore.

Quando ci troviamo nella desolazione è importante comprendere che anche essa può giocare un ruolo alla fin fine positivo nel nostro spirito, perché ci aiuta a non riporre le nostre speranze in falsi obiettivi e idoli e a non confidare troppo in noi stessi.  Essa ci spoglia di tutto quello che non è conforme alla volontà di Dio e ci aiuta a scavare dentro di noi per trovare la perla preziosa o per costruire la casa sulle fondamenta della roccia e non sulle sabbie mobili di gusti più esterni.

Come i discepoli erano tristi perché dovevano abituarsi ad un nuovo modo di entrare in relazione con Gesù, non più nella carne ma attraverso lo Spirito Santo, così anche per noi la tristezza può essere un indicatore importante, per allontanarci da ciò che ci impedisce di conoscere Gesù in modo sempre nuovo e abituarci a gustare interiormente l’azione dello Spirito in noi.

Lo Spirito Santo ci conduce infatti nella nostra vita e illumina le profondità del nostro cuore, per comprendere le zone d’ombra, di incredulità, di durezza, in una parola di “peccato” che ci sono ancora dentro di noi e in questo modo ci conduce ad una più piena e matura adesione a Dio.

Signore, rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà.

La voce di un poeta

“Il risveglio spirituale è la cosa più essenziale nella vita dell’uomo, è l’unico scopo dell’esistenza”.  

Khalil Gibran

Poeta

 

 

Commento di Sr Yarislet Berrìos, FMA

yarisletbr@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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