DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo».

Eb 10,8-9

Come vivere questa Parola?

Questo brano ci invita a star attenti affinché nella nostra religiosità non ci siano sacrifici od offerte, talvolta anche con l’intima intenzione di ricevere in cambio qualcosa come se mettessimo delle monete in uno di quei distributori che si trovano ovunque. Il brano ci riporta al primo libro di Samuele capitolo 12 dove leggiamo “Samuele esclamò: «Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti.” Docilità ed obbedienza che c’invitano all’ascolto del Signore, la domanda è: come ascoltarlo? Vi è una sola risposta: lettura della Bibbia e preghiera. La lettura per cogliere il suo messaggio, non per cultura o per valutare se siamo d’accordo o meno con il contenuto biblico. Preghiera che non è dire formule a memoria senza prendere coscienza che siamo in presenza della persona alla quale è rivolta. Se ne prendiamo coscienza anche il nostro cuore verrà coinvolto, qualunque forma o modalità di preghiera essa sia. Il cuore nella preghiera è fondamentale, ce lo indica il Catechismo della Chiesa Cattolica nel numero 2721 “La tradizione cristiana comprende tre espressioni maggiori della vita di preghiera: la preghiera vocale, la meditazione e la preghiera contemplativa. Esse hanno in comune il raccoglimento del cuore.”

Signore, aiuta la mia umanità affinché io possa ascoltare la tua voce in un’intima relazione d’amicizia.

La voce del Papa

“Il segreto della vita dei santi è la familiarità e confidenza con Dio, che cresce in loro e rende sempre più facile riconoscere quello che a Lui è gradito. La preghiera vera è familiarità e confidenza con Dio. Non è recitare preghiere come un pappagallo, bla bla bla, no. La vera preghiera è questa spontaneità e affetto con il Signore. Questa familiarità vince la paura o il dubbio che la sua volontà non sia per il nostro bene, una tentazione che a volte attraversa i nostri pensieri e rende il cuore inquieto e incerto o amaro, pure”.

(UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro mercoledì, 28 settembre 2022)

 

 

 

 

 

Commento di Claudio Del Brocco

claudiodelbrocco@yahoo.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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