DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare».
Mc 5,1-20
Come vivere questa Parola?
Variopinte sono le strade che ci portano a Cristo. A volte è il desiderio di sapere, altre volte le amicizie, altre volte i familiari, altre volte ancora la sconvolgente realtà dell’amore. Ma non dobbiamo scordare che, alle volte, a Gesù si giunge anche tramite la via angusta del dolore e dello sconforto. La storia riportata dal vangelo di oggi, sembra descrive esattamente questa tragicità di fondo: non c’è più alcuna speranza, le hanno tentate tutte e Giairo è a qualche istante dall’incontrovertibile giudizio della morte della figlia, che poi avverrà realmente. Non occorre sorprenderci, a volte, è proprio quando non sappiamo veramente dove sbattere la testa, che iniziamo a rammentare che sopra quella testa si apre il cielo. Gesù non si limita a fare miracoli, ma vuole incontrarci nella nostra concretezza esistenziale, soprattutto quando questa si palesa a noi nella sua contraddizione, nella sua assenza di speranza. Nessuno può augurarsi di vivere il tempo della prova, tuttavia, il vangelo di oggi ci rivela che è addirittura lì che Dio può farsi spazio, diventando nostro compagno di viaggio. Il miracolo è già quello di sapere che non siamo soli, infatti è la solitudine, il sentirci soli nella vita la cosa che ci fa più male e toglie in noi ogni speranza. È questa un’anteprima della resurrezione, quando davanti alle nostre situazioni di morte qualcuno ci si mette accanto, si piega verso di noi dicendo: “Alzati!”.
O Dio, che hai suscitato il presbitero san Giovanni Bosco come padre e maestro dei giovani, concedi anche a noi la stessa fiamma di carità, a servizio della tua gloria, per la salvezza dei fratelli.
La vocedi un Santo
“Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi. Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”,