DALLA PAROLA DEL GIORNO
«I farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
7Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».»
Mc 7, 5-8
Come vivere questa Parola?
Attorno a Gesù che percorre le strade di Israele e incontra le folle, che gli chiedono misericordia e miracoli, c’è pure chi lo spia e cerca di metterlo in trappola sottoponendogli falsi problemi riguardanti la tradizione. Il vangelo di oggi parla, appunto, dei farisei che imponevano queste tradizioni alla gente giudicando come scandalosi coloro che non le osservavano. Per esempio, mangiare senza lavarsi le mani cioè con mani immonde. Molti di questi rituali erano staccati dalla vita ed avevano perso il loro significato, ma esprimevano una forma di religiosità tutta intenta all’aspetto esteriore. Su questa base, i farisei condannavano Gesù perché permetteva ai suoi di trasgredire la Legge. Di fronte a queste insinuazioni e accuse di tradimento della tradizione, il Maestro sembra risentirsi e si rifà alla parola di un grande profeta”, “ Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “ Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. E aggiunge: “Siete veramente abili nell’eludere un comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione”. Gesù riesprime così l’anima del suo insegnamento: è il cuore che conta. Solo lì sta la possibilità di un vero incontro con Dio e la sua legge va al di là di tradizioni che non hanno più ragioni di esistere.
Nella preghiera di oggi, chiederò a Gesù di insegnarmi ad andare da lui con tutto il cuore, con tutta l’anima, superando i formalismi o quelle pratiche lontane dalla vita e dall’amore che si dona.
La voce di un monaco trappista
“Le abitudini sono la morte di ogni vera tradizione, come di ogni vera vita. Sono parassiti che attaccano l’organismo vivente della tradizione e divorano la sua sostanza, trasformandola in un vuoto formalismo”.