DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».»
Gv 2,14-16
Come vivere questa Parola?
E’ la prima volta e sarà anche l’ultima, che il Vangelo ci presenta Gesù in un modo così violento. Addirittura il Maestro si costruisce una piccola frusta per scacciare dal tempio chi lo sta profanando. “Togliete queste cose da qui e non fate della casa del Padre mio una casa di mercato”. L’invettiva è tagliente e ci rivela quanto fosse importante per Gesù, vero Israelita, la sacralità del luogo di preghiera. Il Tempio di Gerusalemme era uno dei grandi segni della benedizione di Dio verso il popolo di Israele. Promesso a Davide, realizzato da Salomone, il Tempio conteneva la solenne Arca dell’Alleanza fino a quel momento posta in una tenda.” La religiosità ebraica aveva uno spazio obbligatorio per accedere a Dio: il tempio appunto. Gesù fa un esercizio di trasposizione e afferma: sono io quello spazio. Cioè in pratica si sostituisce al Tempio. Meglio: definisce il suo corpo Tempio”. Una trasposizione non facile da comprendere anche per gli stessi apostoli, che avranno bisogno di incontrare il Risorto per godere di questa certezza. Si può dire che da questo momento drammatico e inedito riguardo al Cristo, nasce la spiritualità cristiana. Gesù risorto è il nostro tempio e dato che non muore più, anche la religione cristiana assume i contorni dell’eternità. Noi cristiani quindi possiamo pregare sempre, perché il nostro tempio non è fatto di mura. E’ solo e sempre Cristo il nostro unico e autentico edificio spirituale.
O Dio, che con pietre vive e scelte prepari una dimora eterna per la tua gloria, continua a effondere sulla Chiesa la grazia che le hai donato, perché il popolo dei credenti progredisca sempre nell’edificazione della Gerusalemme del cielo.Per il nostro Signore Gesù Cristo. (Colletta liturgia odierna)
La voce di un Teologo
“Dove sei, Signore? In cielo. Dove cercarti? Qui nel santuario. Il tuo cielo è troppo elevato perché noi possiamo raggiungerlo; ma possiamo trovarti nella chiesa che è a nostra portata. Il tuo trono celeste si regge sopra le fiamme, chi oserebbe avvicinarsi? Ma la tua onnipotenza vive e dimora nel pane; chi vuole può accostarsi e gustarlo”.
(Da “Inno per la dedicazione di una nuova chiesa”)
Commento di Sr Graziella Curti FMA
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