DALLA PAROLA DEL GIORNO
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Gv 6, 37-40
Come vivere questa Parola?
Oggi, giorno in cui ricordiamo i nostri morti, il Vangelo ci apre orizzonti di speranza. Gesù non ci abbandona, fa di tutto per non perderci, perché il Padre gli ha chiesto di “portare tutti a casa”. Questa è la Volontà di Dio: fare entrare tutti nel suo Amore fedele ed eterno e da lì non farci più uscire. Questo è il principio della Risurrezione! In questo Amore fedele ed eterno incontriamo i nostri cari, in questo Amore già ora condividiamo la vita che non finisce più, già ora condividiamo il Paradiso.
Gesù donaci la grazia di entrare nella Volontà del Padre: vederTi e credere in Te, vivere nel Tuo Amore!
La voce di Papa Francesco
“La speranza è un dono gratuito che noi non meritiamo mai: è dato, è donato. È grazia. […] Il Signore conferma questo, questa speranza che non delude: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me» (Gv 6,37). Questo è il fine della speranza: andare da Gesù. E «colui che viene a me, io non lo caccerò fuori perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 6,37-38). Il Signore che ci riceve là, dove c’è l’ancora. La vita in speranza è vivere così: aggrappati, con la corda in mano, forte, sapendo che l’ancora è laggiù. E quest’ancora non delude, non delude!”
(Omelia, Chiesa del Pontificio Collegio Teutonico di Santa Maria in Camposanto, 2 novembre 2020)