DALLA PAROLA DEL GIORNO
Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Lc 7,19-23
Come vivere questa Parola?
Ma che tipo di Messia sei Gesù? L’attesa era di un Messia che prendesse in mano il potere ed eliminasse ogni male, l’attesa di un giudice tremendo, che “spazzasse l’aia”, un Messia “più forte”! Da qui la perplessità, il dubbio, la domanda del Battista, perché questo era il Messia da lui annunciato e atteso. Invece Gesù si presenta con estrema debolezza, senza potere, attratto dalla miseria, dalla fragilità, dal peccato e dal perdono. La risposta al Battista vuol correggere il tipo di attesa messianica che si era stratificata e formata nella mente e nel cuore del popolo e Gesù rimanda al profeta Isaia:” Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturate le orecchie dei sordi; 6 allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto griderà di gioia, perché sgorgheranno acque nel deserto e torrenti nella solitudine.”(Is 35,5-6).dimostrando che il suo agire era segno dell’era messianica proclamata dal profeta. Ora a noi la domanda: “quale Messia aspettiamo”? Quello che dà ai buoni il premio e ai cattivi la punizione? La nostra attesa si nutre della Parola? O meglio: siamo ancora in attesa? Perché normalmente “chi ha tutto, non è più capace di attendere”!
Ti attendo Signore come il cieco attende la vista, lo zoppo le gambe, il sordo la parola, il morto la vita!
La voce di Papa Francesco
«Ciò che faceva Gesù con i piccoli, lo faceva anche Giovanni nella predica, con i soldati, con la folla, con i pubblicani. Ciononostante in carcere incominciò a dubitare. Ed è questo un aspetto «bello», cioè che i grandi si possono permettere il dubbio. Essi infatti sono sicuri della vocazione, ma ogni volta che il Signore fa vedere loro una nuova strada del cammino entrano nel dubbio». E subentrano le domande: «Ma questo non è ortodosso, questo è eretico, questo non è il messia che io aspettavo… Il diavolo fa questo lavoro e qualche amico anche aiuta, no?». Proprio qui sta la grandezza di Giovanni, un grande, l’ultimo di quella schiera di credenti che è incominciata con Abramo, quello che predica la conversione, quello che non usa mezze parole per condannare i superbi, quello che alla fine della vita si permette di dubitare. Questo è un bel programma di vita cristiana».(MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE 15 dicembre 2016)