DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire».
Mc 3, 1-6
Come vivere questa Parola?
Gesù entra di sabato nella sinagoga e guarisce un uomo con la mano paralizzata. C’è ancora un insegnamento sul sabato che Gesù rivolge agli uomini del suo tempo fatto questa volta di azione e attenzione per l’umanità e non solo di parole. Gesù non è solo uno che dice, ma uno che fa quello che dice, a differenza dei farisei, suoi severi detrattori, che dicono e non fanno (cfr Mt 23, 3).
Restituendo all’uomo con la mano paralizzata la possibilità di muoverla, Gesù gli sta offrendo non solo la salute del corpo ma la possibilità di vivere relazioni rinnovate. Con le mani, infatti, si stringono alleanze, si fa la pace, ci si prede cura del prossimo, ci si pone di fronte agli altri con il desiderio di donare non solo qualcosa, ma se stessi. Sta però alla libertà dell’uomo usare le mani nuovamente aperte per compiere il bene o il male.
Il Signore ci apre una possibilità, a noi il compito di decidere come impegnarla.
Signore, apri le nostre mani, rendici capaci di compiere il bene, ma soprattutto apri le nostre coscienze perché impariamo a riconoscerlo! Così sia.
La voce del Papa
«È necessario aiutare a riconoscere che l’unica via consiste nell’imparare a incontrarsi con gli altri con l’atteggiamento giusto, apprezzandoli e accettandoli come compagni di strada, senza resistenze interiori. Meglio ancora, si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella loro voce, nelle loro richieste. È anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità».
(FRANCESCO, Evangelii gaudium, 91)