Dalla Parola del giorno
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Mt 7, 15-20
Come vivere questa Parola?
Il Maestro, da buon semita, figlio di una cultura che parla con le immagini, nel passo del Vangelo di oggi, usa tre metafore: la porta, la via e l’albero. Tre elementi che richiamano il cammino della nostra vita. Ogni porta che non sia l’amore del Padre e dei fratelli conduce alla perdizione. La via buona è lo stesso Gesù Cristo che aveva detto: “ Io sono la via!”. Percorrendo tale strada possiamo diventare alberi buoni che danno frutto in ogni stagione. La nostra esistenza potrà essere come una pianta che si innalza dalla terra al cielo e si riempie di forza per affrontare il freddo dell’inverno o l’arsura dell’estate. Ma l’albero buono per eccellenza è l’albero della croce che dà origine a tutte le nostre resurrezioni dopo la morte per le difficoltà e le angosce della vita.
Oggi, concediamoci alcuni momenti di preghiera e di riflessione sul nostro quotidiano e chiediamoci: ”Io di che legno sono fatto? Qual è la natura del mio albero? Quali sono i frutti che lo Spirito può aiutarmi a produrre in me?
La voce di un biblista
L’albero buono per eccellenza è l’albero della croce, dal quale pende il frutto maturo dell’amore di Dio. Innestati in lui anche noi facciamo lo stesso frutto buono e abbondante: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto,
commento di
Sr Graziella Curti FMA
vicaria.bonvesin@gmail.com