DALLA PAROLA DEL GIORNO
Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così.
Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche».
Lc 12,39-47
Come vivere questa Parola?
Il Vangelo di oggi ci dice in chi dobbiamo riporre la nostra fiducia. Non in un dio esterno onnipotente, ma nell’uomo creato a sua immagine e che ha Dio stesso come suo fondamento.
Non si tratta di atti di fede, ma di rafforzare un atteggiamento che deve permeare tutta la nostra vita. Con fiducia, dobbiamo mettere in atto tutte le risorse del nostro essere, consapevoli che Dio agisce solo attraverso le sue creature, e che solo attraverso ognuna di esse la creazione avanza. Aiuta te stesso e Dio ti aiuterà.
Si tratta di essere sempre in un atteggiamento di ricerca. Più che dormire, devi essere sveglio. Non perché il giudizio possa arrivare quando meno ce lo aspettiamo, ma perché la consapevolezza della realtà che siamo, richiede attenzione a ciò che è al di là dei sensi e non è facile da scoprire. Il tesoro è nascosto, e bisogna “lavorare” per scoprirlo.
Non si tratta di confidare in ciò che possiamo ottenere, ma credere che Dio ci ha già dato tutto. È stato Dio a fidarsi di noi per primo nel momento in cui ha deciso di donarsi senza alcuna limitazione o restrizione. L’unica condizione è che noi stessi scopriamo questo dono e viviamo di esso.
Se abbiamo veramente scoperto il tesoro che è Dio, non c’è spazio per la paura.
Signore Gesù, aiutami a usare i doni che mi sono stati dati.
La voce di uno psichiatra
“L’attenzione può essere pensata come una consapevolezza continua che non giudica, che si coltiva prestando, nel momento presente, un’attenzione non reattiva e il più possibile aperta”
(Jon Kabat Zinn)