DALLA PAROLA DEL GIORNO

Nabucodònosor disse loro: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d’oro che io ho fatto erigere? 15Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?»

Dn 3,14–15

Come vivere questa Parola?

Sadrac, Mesac e Abdènego siamo noi, quando davanti alle difficoltà alcune persone ci suggeriscono i classici metodi, anche i più discutibili se non biasimevoli: raccomandazioni, corruzione, sotterfugi vari etc. In fondo ci suggeriscono di prostrarci alla logica del mondo, che viene citata al versetto 15. “adorare la statua che io ho fatto”. Queste persone, direttamente o indirettamente, ci dicono che sono le uniche soluzioni perché non vi sono altre possibilità. Allora ci troviamo di fronte alla domanda: “Quale Dio vi potrà liberare?”. Loro guardano solo alle cose di questo mondo scollegate da quella interiorità e profondità dell’uomo dove s’incontra Dio e la sua Pace. Se noi abbiamo un rapporto personale con Lui, in forza di tale rapporto possiamo contrastare le lusinghe del mondo, che essendo legate intimamente al nostro ego, sono anche molto subdole. Validi modi per contrastarle sono sia pregando, sia meditando e vivendo la Parola del Signore, infatti una grande mistica Santa Teresa d’Avila ci indica una via da percorrere sulla preghiera: “L’orazione mentale, a mio parere, non è che un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si intrattiene spesso da solo a solo con quel Dio, da cui ci si sa amati”. La Parola di Dio ci illumina nel nostro cammino tra cui avvicinandoci a San Paolo e alle sue lettere potremo distinguere le opere della carne e i frutti dello Spirito. (Cfr Gal 5,19 e Gal5, 16.19-25)

Signore, aiutami a non perdere la fede nelle situazioni più scabrose.

La voce del Papa

“Padre, ma qual è l’arma per difendersi da queste seduzioni, da questi fuochi d’artificio che fa il principe di questo mondo, dalle sue lusinghe? L’arma è la stessa di Gesù: la parola di Dio, e poi l’umiltà e la mitezza”.

(PAPA FRANCESCO MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA

DOMUS SANCTAE MARTHAE Sabato, 4 maggio 2013)

 

 

 

Commento di Claudio Del Brocco

claudiodelbrocco@yahoo.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo sito utilizza i cookie per il suo corretto funzionamento. I dati registrati attraverso i cookie vengono utilizzati al solo scopo statistico. Se vuoi avere maggiori informazioni sull'uso dei cookie clicca qui.

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi