E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Mc 7.20-23
Come vivere questa Parola?
E’ ciò che esce dall’uomo che lo rende impuro perché è dal nostro cuore che escono i pensieri cattivi che armano le azioni cattive.
Quanti esempi abbiamo nella storia, lontana o vicina, ma anche ai giorni nostri. E quanto di tutto questo vediamo anche in noi.
Ma se è vero, ed è vero, tutto questo, è ugualmente vero il suo contrario: è dal cuore dell’uomo, dalla sua interiorità, che nascono i propositi di bene, le azioni di carità e di solidarietà, i gesti di attenzione e di affetto.
È dal cuore dell’uomo che nascono le parole gentili, di approvazione e di lode, le parole che fanno crescere il bene che c’è in ognuno.
È dal cuore dell’uomo che nascono l’impegno nella cura del fratello e la costruzioni di relazioni serie e serene.
È dal cuore dell’uomo che nasce il bisogno di costruire la pace, di vivere la non violenza e il rispetto, di impegnarsi per i diritti di tutti gli uomini.
Perché il cuore dell’uomo, di ogni uomo, è buono in germe, sta a noi farlo crescere.
Signore, purifica il nostro cuore e convertilo al bene perché possiamo dire e fare le cose buone e belle che tu ci hai insegnato.
La vocedi Papa Francesco
“Gli atteggiamenti esteriori sono la conseguenza di quanto abbiamo deciso nel cuore, ma non il contrario: con l’atteggiamento esteriore, se il cuore non cambia, non siamo veri cristiani. La frontiera tra bene e male non passa fuori di noi ma piuttosto dentro di noi… Pertanto, è il cuore che dev’essere purificato e convertirsi. Senza un cuore purificato, non si possono avere mani veramente pulite e labbra che pronunciano parole sincere di amore, di misericordia, di perdono. Questo lo può fare solo il cuore sincero e purificato”.
(Angelus del 30 agosto 2015)