E’ con un senso di pienezza e gratitudine che scendiamo dalla Casa di Preghiera “San Biagio”, nutriti della grazia ricevuta dal luogo, da chi lo abita, dai fratelli.
Questo fine settimana è trascorso all’insegna della Festa di Don Bosco e non possiamo dire di non averne sentito lo spirito che ha animato ogni momento di condivisione ed allegria.
La proposta cinematografica è stata, neanche a dirlo, “Don Bosco” – film sulla sua vita che vede nei panni del protagonista l’attore Flavio Insinna – una vita che, pur vissuta ad un secolo e mezzo da noi, ha molto da dire alle nostre.
La storia del Sac. Giò Bosco, come amava firmarsi lui, è attuale ed universale proprio perché ben incarnata nel suo tempo e soprattutto ben ancorata in alto.
Giovanni ha avuto un sogno, l’ha seguito e solo molto più tardi l’avrebbe capito.
Non sempre tutto ci è chiaro fin da subito, anzi, raramente lo è.
Il più delle volte avanziamo per tentativi, tentennamenti, cadute, rialzate, fallimenti e soddisfazioni ma la condizione per arrivare è non smettere di camminare, con la fiducia dei figli, nelle braccia del Padre.
Lui, Giovanni, era orfano di padre ma ai suoi ragazzi amava ripetere quello che aveva a sua volta ricevuto: Nessuno è orfano su questa terra se Dio è nostro Padre.
Il bel tempo poi ci ha permesso di fare una passeggiata, accompagnata dal sole, fino alla cima gentile del vecchio monte che fa da tetto a San Biagio, il monte Taleo.
Qui l’invocazione allo Spirito Santo, la lettura della Parola ed il momento di riflessione personale, anche detto “deserto”, si sono potuti svolgere nella quiete della natura generosa che ci ha accolto.
Poi, dopo essere tornati a San Biagio, abbiamo condiviso quanto sperimentato.
Al profondo momento di condivisione è seguita la serata di giochi e convivialità in allegria.
Nell’ultima giornata significative sono state le testimonianze di alcuni salesiani, consacrati e laici, che hanno raccontato la loro esperienza nel portare avanti il sogno di Don Bosco: una casa di ospitalità per i giovani a Macerata; un oratorio nei quartieri meno agiati di Napoli; una sartoria che, oltre ad insegnare ai ragazzi il mestiere, trasmette loro la gioia del “fare insieme”.
Cosa cercano i giovani di oggi?
Una vita felice ed eterna in comunione con gli altri. Anche in un mondo che insegna loro la precarietà delle relazioni, i ragazzi e le ragazze continuano a scrivere “ti amo per sempre” perché l’amore che sognano è eterno.
Il cambiamento antropologico, la cosiddetta “secolarizzazione”, hanno modificato la forma di esprimere la domanda ma non la sua sostanza. Il desiderio profondo che abita il cuore dell’uomo è lo stesso.
A volte rispondervi potrà sembrare difficile, faticoso, semplicemente impossibile ma, da figli del Dio dell’Impossibile, siamo chiamati a credere e a lasciarlo agire.
Ricca e densa è stata la Parola ricevuta in questi giorni.
Scendendo dal monte e tornando ciascuno al nostro quotidiano fatto di studio, lavoro, corse e rumori cittadini ci chiediamo:
Come possiamo far vivere questa Parola nelle nostre vite? Sicuramente operando ciascuno là dove siamo inseriti, camminando con fiducia e coraggio.
Noi tutti, giovani in particolare, siamo chiamati a tenere accesa e a curare la nostra vita interiore, spirituale, a far sempre maggiore spazio a Cristo in noi e ad esercitare l’aiuto fraterno verso coloro i quali il Signore ci pone sul cammino. Solo così il nostro fare non si ridurrà a semplice attivismo sociale ma sarà testimonianza di una vita nuova in Lui!
– Marcela e Martina –