Arrivare a San Biagio è sempre una scelta. Una volta arrivata, mi sento bene, come a casa e mi rendo conto di quanto sia importante ritagliarsi del tempo per stare con se stessi, con Dio e con l’altro. Fondamentale. Ma, alla base, occorre fare una scelta, uscire dalla “zona di comfort” della routine, con tutto il suo trambusto che ci schiaccia, ci preoccupa e talvolta ci irretisce, per volersi fermare e regalare del tempo per ricaricare le batterie. Ho iniziato il “viaggio” dei Percorsi di Luce a settembre, perchè sentivo forte che “mi mancava qualcosa” ed ero alla ricerca di uno spazio in cui fermarmi e rimettere a fuoco il cammino alla luce prima di tutto del mio rapporto con Dio. Quando sono venuta a conoscenza che questi percorsi mettevano insieme una delle mie più grandi passioni, il cinema, con la Parola, ho subito pensato che fosse una GENIALATA, ovvero un’idea geniale, e ho aderito. Lo scorso weekend si è conclusa la mia terza tappa dei percorsi di luce. Mi sembra di star vivendo alla lettera queste due parole. Percorsi, perché ho scelto di rimettermi in cammino, con Dio, con me stessa e con i fratelli e luce, perchè sento che ad ogni tappa la Parola mi parla e mi fa fare un passettino in avanti dentro un cammino di cui tante volte non riesco a vedere oltre un palmo dal mio naso. A queste due parole mi piace aggiungerne una terza: famiglia. Con i giovani e la comunità di San Biagio con cui ogni volta mi ritrovo si sta creando sempre più un clima di famiglia, che mi permette di confrontarmi a cuore aperto nella verità, scendendo sempre di più in profondità. Il tema su cui ci siamo soffermati durante il weekend è stato: “Tutto dipende da me” e lo abbiamo fatto lasciandoci guidare dalla visione di due bellissimi film, “Don’t look Up”, appena uscito su Netflix, e “Un sogno per domani”, un po’ più “datato”. La Parola di Dio dalla quale ci siamo lasciati attraversare ed interpellare è stata tratta dal Vangelo di Marco, capitolo 12 versetti 38-44 in cui si parla dell’offerta della vedova e dal Salmo 8. La domanda che mi è risuonata dentro in modo forte è stata: “Signore, cosa vuoi da me oggi?” Attraverso quali scelte, atteggiamenti, parole e gesti posso testimoniare che tutto dipende da me? La risposta che lo Spirito Santo mi ha suggerito è stata quella con cui ho iniziato questa riflessione. Già scegliendo di arrivare a San Biagio ho dato il “tutto” che dipendeva da me in quel momento. La scelta è stata ancora più forte e, in qualche modo, sofferta ed offerta perchè, la sera stessa in cui sono arrivata, è andata in cielo una mia cara amica. Sarei potuta rimanere a Roma oppure avrei potuto tornarci non appena ricevuta la notizia della sua morte, per andare a trovarla, a cantare per lei, come hanno fatto in tanti. Ma andare da lei era quello che davvero Dio voleva o era solo un modo per tranquillizzare me stessa dicendomi: “Ci sono anche io, mi dò da fare anche io”, magari stringendomi attorno alla famiglia o dando una mano per la preparazione del funerale….mi torna in mente il passo del Vangelo della vedova che abbiamo meditato: la vedova che getta due monetine, monetine delle quali non riecheggia il suono, come le tante gettate dai ricchi, ma attraggono l’attenzione di Gesù che guarda il cuore. Ad ognuno è chiesto il suo tutto, non il suo superfluo. Ed il tutto è quello che costa, ma è anche quello che mi rende libero se lo dono con amore e per amore. Il mio tutto, in quel momento, era vivere l’esperienza della morte della mia amica con la famiglia allargata di San Biagio, stretta a lei in altro modo, vivendo la comunione dei santi, tra cielo e terra. E l’ho sentito il legame tra cielo e terra. La paura ha lasciato posto alla speranza e la tristezza in certezza che il Paradiso comincia da qui e insieme, così, possiamo passare di cielo in cielo, non lasciando che la vita ci sbatta addosso o ci attraversi soltanto se, in quest’attimo, con la grazia e l’aiuto di Dio, siamo disponibili a donare il nostro tutto, anche se sono due monetine che valgono un soldo.
ALZARE LO SGUARDO
Quando alzi lo sguardo,
tutto ti sembra possibile,
la paura lascia il posto alla speranza,
il sentirsi schiacciati al respiro.
Quando alzi lo sguardo,
riscopri l’infinito dentro di te
essere profondamente in contatto con l’infinito fuori di te.
E, automaticamente, ti ritrovi immerso in Dio,
come in un tuffo nell’eterno infinito.