DALLA PAROLA DEL GIORNO

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Lc 18,1-8

Come vivere questa Parola?

Una parabola sulla necessità di pregare senza mai stancarsi. Così Gesù insegna ai discepoli ad assumere un atteggiamento nuovo verso Dio. Non un Dio estraneo e indifferente ma un Padre pronto a fare giustizia ai suoi eletti che gridano a Lui. In queste parole possiamo ascoltare l’eco di quel Dio misericordioso che si chinò a guardare e scese a vedere ciò che stava accadendo al suo popolo in Egitto che gridava a Lui trai lavori forzati a cui furono soggiogati. (Es 3,7). Gesù invita così i discepoli a riscoprire il volto autentico del Dio biblico che una falsa religione aveva coperto con la coltre del legalismo. Non è un giudice impietoso ma un Padre pronto a sovvenire alle necessità di giustizia dei suoi figli amati. Ulpiano, grande giurista romano, definiva la giustizia “Suum cuique tribuere” (dare a ciascuno il suo), ma cos’è questo suum? Che cosa spetta a ciascuno se non l’essere primariamente ascoltato? È questo il nostro diritto più fondamentale che ci fa vivere, che ci fa essere. Quando sappiamo che qualcuno ci ascolta allora sappiamo di esistere, sappiamo di non essere più soli. Gesù chiama lo Spirito Santo “un altro Consolatore” perché è Lui il primo e così il Padre che fa giustizia prontamente. Il nostro Dio è il Dio della Parola ma prima ancora è il Dio dell’Ascolto, che si fa prossimo con amore al nostro bisogno di salvezza tanto da divenire l’Emmanuele. Questa fede ci solleva e la preghiera non cede più il passo alla stanchezza. 

 Signore, donami un cuore capace di ascoltarTi perché possa essere io stesso capace di ascolto con i miei fratelli.

La voce di uno scrittore

 Amare vuol dire soprattutto ascoltare in silenzio.” (Antoine de Saint-Exupery)

Antoine de Saint-Exupery

 

 

Commento di don Fabrizio Meloni

fabrizio.meloni@hotmail.it   

 

 

 

 

 

 

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