DALLA PAROLA DEL GIORNO

16Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 17Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Mc 2, 16-17

Come vivere questa Parola?

Gli eventi più significativi e le parole più illuminanti, Gesù le ha realizzate a tavola. In questo brano troviamo due scene strettamente collegate: la chiamata di Levi e il pasto con i peccatori. La prima insegna che il nostro peccato non impedisce la chiamata di Gesù. Il pasto con i peccatori mostra la pazienza che Gesù ha verso chi lo segue, ma non ha ancora rotto del tutto con il male. Mangiando e bevendo con gli uomini, Gesù rivolge a tutti la sua parola di salvezza e non esclude nessuno dalla propria compagnia. Per lui non esiste separazione tra “santi” e “peccatori”. L’eucaristia, di cui il pasto è immagine, non è solo cibo dei perfetti e dei meritevoli, ma è soprattutto medicina dei deboli e sostegno degli sfiduciati. Per questo accediamo alla comunione con lui dicendo: “Signore, non sono degno”. Gli scribi e i farisei, che volevano essere maestri della vera religione, non erano neppure discepoli di essa. Pretendevano di essere giusti perché osservavano tutte le leggi di Dio, tranne quella più importante, che rende gli uomini simili a Dio: amare tutti con il suo stesso amore,. La domanda degli scribi e dei farisei viene rivolta ai discepoli; la risposta però viene da Gesù. “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”. Una parola che ci consola, che ci dà speranza. Tutti ci sentiamo confortati quando di fronte alle nostre colpe, alle nostre piccinerie, alle nostre incongruenze, ci sentiamo ripetere: “Sono venuto per chiamare i peccatori”. Per stare a mensa, in amicizia, con loro.

La voce di un  Teologo

“Giovanni Battista accoglie intorno a sé i peccatori, ma sono loro che vanno da lui a chiedergli quello che devono fare. Il giorno in cui Gesù lascia la regione del Giordano per mettersi a percorrere la Galilea, è lui che va a cercare i peccatori, il movimento si è rovesciato. In questa inversione sta tutto il cristianesimo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

J. Guillet

Teologo

Commento Sr Graziella Curti FMA

vicaria.bonvesin@gmail.com 

 

 

 

 

 

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