DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.»
Mt 1,1
Come vivere questa Parola?
Il Vangelo secondo Matteo si apre con l’albero genealogico di Gesù, questo potrebbe sembrare strano a un lettore moderno e potrebbe essere scoraggiante presentare fin dall’inizio una lunga lista di nomi! Per un Giudeo questa era la cosa più naturale e interessante e il modo più importante per iniziare. Le genealogie avevano una certa importanza per i Giudei. Ci sono genealogie sin dall’inizio della Bibbia (Genesi 5;10; Genesi 11:10-32; Genesi 35:2-26; Genesi 36; Genesi 46:8-27; Esodo 6:14-25; Numeri 1:2,18; 1 Cronache capp.1-9, ecc.). Alcuni studiosi indicano che, lo scopo delle genealogie antiche Semitiche, era di preservare la stirpe pura, ma potevano servire contemporaneamente ad altri scopi, come per mostrare l’identità e il dovere, per dimostrare credenziali per autorità e per proprietà, per organizzare la storia, ecc.
Attraverso la parola di oggi, ripensiamo al nostro albero genealogico facendo memoria grata a coloro che ci hanno trasmesso la fede.
“Sono tuo figlio.” (Sl 70,8)
La voce di un Padre della chiesa
“Non giova nulla affermare che il nostro Signore è figlio della beata Vergine Maria, uomo vero e perfetto, se non lo si crede uomo di quella stirpe di cui si parla nel Vangelo. Scrive Matteo:
«Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1, 1). Segue l’ordine della discendenza umana con tutte le generazioni fino a Giuseppe, al quale era sposata la Madre del Signore. Luca invece, percorrendo a ritroso la successione delle generazioni, risale al capo stesso del genere umano per dimostrare che il primo Adamo e l’ultimo sono della stessa natura.
Certo l’onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e giustificare gli uomini, avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi e ai profeti, sotto l’aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o dialogò o accettò l’accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che, come preannunziavano i mistici segni, avrebbe assunto vera natura dalla stirpe dei patriarchi che lo avevano preceduto.
Nessuna figura poteva realizzare il sacramento della nostra riconciliazione, preparato da tutta l’eternità, perché lo Spirito santo non era ancora disceso sulla Vergine, né la potenza dell’Altissimo l’aveva ancora ricoperta della sua ombra. La Sapienza non si era ancora edificata la sua casa nel seno immacolato di Maria. Il Verbo non si era ancora fatto carne. Il Creatore dei tempi non era ancora nato nel tempo, unendo in sé in una sola persona la natura di Dio e la natura del servo. Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, doveva egli stesso essere generato fra tutte le altre creature.”
(Dalle “Lettere” di San Gregorio Magno)