DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Fu trasfigurato davanti a loro»
Mc 9,2
Come vivere questa Parola?
In questo vangelo, i discepoli vedono in Gesù non un uomo dall’aspetto comune, ma un essere illuminato dalla luce. Mai i discepoli avevano visto il volto di Gesù così glorioso, ma in quella circostanza guardarono il vero volto di Cristo, perché per la prima volta avevano aperto gli occhi della fede. Li condusse su un alto monte, come a significare che la fede è un cammino di maturazione che avviene a piccoli passi, come quelli che si devono fare in un sentiero ripido di montagna, se si vuole raggiungere la cima. Ogni salita, comporta fatica. Solo quando arrivo in cima, la fede mi da occhi per guardare il Regno di Dio che mi circonda. Dopo questa esperienza, bisogna riprendere il sentiero e riprendere la vita con un atteggiamento rinnovato.
Signore, “Trasfigura il “no” che è in me in un “si”.”
La voce di un Padre della Chiesa
Sant’Agostino spiega, nel Discorso 78, che i suoi vestiti sono la sua Chiesa. «Se i vestiti non fossero tenuti ben stretti da colui che l’indossa, cadrebbero. Che c’è di strano se mediante il vestito bianchissimo viene simboleggiata la Chiesa, dal momento che sentite dire dal profeta Isaia: Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, lì farò diventare bianchi come neve (Is 1, 18)?». Dunque anche se i peccati commessi dagli uomini di Chiesa fossero di colore rosso scarlatto, la sua Sposa avrebbe comunque un abito candido e rilucente grazie al Sole, Cristo. A tale visione Pietro esprime sentimenti soltanto umani, senza pensieri soprannaturali: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia» e, a questo punto, l’evangelista Luca precisa: «Egli non sapeva quel che diceva»; Pietro, la pietra sulla quale Cristo avrebbe edificato la sua Chiesa, seppure di fronte alla bellezza della maestà del Salvatore, utilizza canoni di carattere terreno. Spiega ancora sant’Agostino: «È bello per noi, o Signore – dice – stare qui. Era infastidito dalla folla, aveva trovato la solitudine sul monte; lì aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gl’ispiravano perciò una santa condotta? Voleva star bene». Di fronte a Cristo glorioso Pietro aveva trovato la felicità e non avrebbe più voluto muoversi da quel luogo. La risposta giunse mentre egli ancora parlava: arrivò una nube e li avvolse e da essa uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo», la stessa voce che si era udita quando San Giovanni Battista aveva battezzato Gesù sulle rive del Giordano: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,9-11).
(Sant’Agostino; “Discorso 78 sul Vangelo di Marco”)